EDITORIALE – UN IGNOBILE EPISODIO…

Cosa c’è di più familiare del tempo e che cosa è più difficile da definire, capire, afferrare? Tutti lo programmiamo, lo ordiniamo, lo spezzettiamo, lo misuriamo e ci lasciamo misurare e la domanda su di esso ci appare, in fondo, abbastanza lontana dalla concretezza della giornata, un po’ filosofica e un po’ astratta.

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Invece con il tempo impastiamo la nostra vita, che si intride di impegni o di mancanze, che spesso divengono obblighi, doveri, accuse e rimorsi. Quante volte ci pare che il tempo non basti, per portare a termine un compito o rispettare una scadenza, per soccorrere una necessità che ci chiama, o per immergersi nella profondità di un amore e dargli spazio?

Quante volte invece i minuti, le ore sembrano non passare o scivolano lentamente su di noi, lasciando segni e ferite che paiono non potersi rimarginare? Siamo fatti di tempo. Ma esso ci libera o ci opprime? È possibilità o epilogo, è sviluppo o decadenza? Il tempo della vita non è misura precisa e sempre uguale, ma è concreto ed interiore – affermava Henry Bergson – è il tempo della coscienza che vive l’istante presente come memoria e attesa: è come un gomitolo che cresce su se stesso accumulando esperienza e sensazioni e ricreandosi sempre nuovo.

E nella storia, anche del pensiero, la domanda sul tempo ha interrogato gli uomini allargandosi dalla percezione del proprio presente all’idea di origine e a quella di destino. Esattamente come le nostre azioni quotidiane, così la vita, si inserisce in un sistema di cause, si muove alla ricerca di un principio, una provenienza e si tende ad un futuro, una fine e un fine della storia personale e collettiva. Nel passato gli uomini hanno provato ad ingabbiare ed esorcizzare il tempo nella ciclicità, credendo nel ritorno del tempo su sé stesso, sempre uguale, ma ciò ha di necessità tolto valore e significato all’azione dell’uomo, d’altro canto pensare ed immaginare oltre la vita un destino di compimento e di salvezza concentra l’attenzione su un’altra via ed implica la relativizzazione del mondo, aspettando la pienezza del tempo.

La riflessione sul tempo è sempre approdata alle domande costitutive dell’esistenza umana, e, a seconda delle epoche, dei contesti di pensiero e delle convinzioni religiose che ne hanno diversamente influenzato l’interpretazione: da chi o da che cosa il tempo e la storia sono dominati e plasmati? Dal cieco caso? Da un fato ineluttabile? O da una Provvidenza amorevole? Ma forse questi pensieri sono difficili e sembrano allontanarci dall’urgenza dell’attimo presente, dell’istante che ci attende tra poco o del momento che pesa dal nostro più vicino passato.

Noi siamo fatti di tempo e la vita è fatta di istanti. Ed è l’istante, così impalpabile e transitorio, che può spingerci e convincerci, incoraggiarci e trascinarci, ma anche bloccarci, chiuderci e paralizzarci progressivamente nelle nostre paure ed indecisioni. È nell’istante che intravediamo ciò che promette di dar senso a tutta l’esistenza, l’inizio di un cambiamento e l’inizio stesso è quell’istante che ci accompagna e scalda la vita, quando le situazioni sono complesse e pare che di prospettive non ve ne siano. Da qui la cura del presente, dell’oggi, delle piccole cose, non come salvaguardia ideologicamente etica del piccolo, ma perché lì è e può fiorire la pienezza intatta della vita, della persona,del tempo. Ma come si fa a vivere intensamente e con lucida serenità il presente, la giornata di oggi, quando il passato incombe con la sua eredità, il futuro ci spaventa come una minaccia e il presente è imbottito di distrazioni, di oneri, di dati e responsabilità?

Scriveva Eugenio Montale in Auto da fé: “Accrescendo i bisogni inutili, si tiene l’uomo occupato anche quando egli suppone di essere libero. […] Ammazzare il tempo non si può senza riempirlo di occupazioni che colmino quel vuoto. E poiché pochi sono gli uomini capaci di guardare con fermo ciglio in quel vuoto, ecco la necessità di fare qualcosa, anche se questo qualcosa serve appena ad anestetizzare la vaga apprensione che quel vuoto si ripresenti in noi.”

In realtà il tempo presente non è vuoto. “Senza significato non vi è tempo” afferma Thomas Eliot e il tempo esige una scelta, la presuppone, forse non ci sarebbe scelta senza tempo e i due aspetti hanno un legame di coesistenza e determinazione reciproca. In uno dei contributi di questo numero, che accanto alle altre rubriche, desidera proporre qualche riflessione ed approfondimento su questa tematica, si afferma e si spiega come “Gesù ha infinizzato ed eternizzato tutto”. È quindi il presente il campo di battaglia: c’è da scegliere e da combattere, se serve, perché la linfa che scorre ed alimenta le nostre giornate, i nostri frammenti non sia sporca, inquinata, nociva, ma come freschezza vivifichi l’istante più monotono, oscuro e gravoso della nostra più noiosa routine, questo istante che stiamo vivendo!

Forse la categoria veramente in crisi oggi è proprio questa del tempo, nelle sue ampie e molteplici sfumature: il tempo che ci manca o che non ci prendiamo, il tempo della cura, che sa fermarsi e è capace di cogliere i bisogni, il tempo del pensiero, che prende distanza e vuol capire, il tempo dell’attesa, che riempie di preziosità e desiderio la vita. Il tempo dei rapporti e dell’educazione, il tempo dei racconti e dell’ascolto, il tempo del silenzio e della preghiera, il tempo di un respiro e quello dell’eternità. Il mondo che aspira alla simultaneità ha forse bisogno di difendere come in “oasi protette” il tempo per rendere più umana la vita, far crescere la propria identità e poter sperare per il futuro.

Riprendiamoci il tempo, riconquistiamoci l’istante, come evento/avvenimento, occasione di salvezza, perché, come spiega, nelle Lettere di Berlicche (C.S. Lewis) lo zio diavolo, che tenta di educare il nipote Malacoda “al peggio”, nella lotta contro il Nemico (Dio) il campo della tentazione non può essere che il presente, perché Lui, il Nemico ha già vinto a causa di “quell’ignobile episodio noto sotto il nome di Incarnazione”.

SOMMARIO

L’ESPERIENZA MISTICA DEL TEMPO P. A. M. Sicari ocd

TEMA: LA TRAMA DEL TEMPO

ADESSO La ricerca, l’enigma e le meraviglie del tempo: dalle scoperte della fisica alla luce della fede P. F. Silvestri ocd

TEMPO ED ETERNO A. Bellingreri

DOVE SONO I FIGLI? Il rapporto con il tempo nella relazione educativo L. Sighel

MELANCONIA TECNOLOGICA E TEMPORALITÀ Il caso della maternità surrogata A. Musio

OGGI, IERI, DOMANI…NELLE MANI DI DIO P. Zucca

ATTUALITÀ

MIGRANTI, COSA MUOVE GLI UOMINI Intervento di Domenico Quirico

SOMAR, MEMORIE DI VIAGGIO M. Bellingreri

“ERO STRANIERO E MI AVETE ACCOLTO“ A Lesbo, i rappresentanti della Chiesa Cattolica e Ortodossa incontrano i rifugiati. M. Nasca

EUROPA: MEMORIA E CONFINI M. Dotti

AMORIS LAETITIA L’Esortazione apostolica post-sinodale di Papa Francesco sull’amore nella famiglia

CHIESA ORTODOSSA, UN SINODO PER L’UNITÀ A. Cazzago ocd

PAROLA DI DIO

CARITÀ

21 GRAMMI UN GRANDE LABORATORIO DI VITA R. Ribbene

MUSICA

CANZONI DI GRAZIA R. Barone

CINEMA

CHIAMATE LA LEVATRICE S. Giorgi

ARTE

KINTSUGI: LE CICATRICI D’ORO S. Giorgi

LETTURE

Fra M. Ciapetti ocd

Fra F. Roana ocd

Carmelino consiglia

VITA DEL MOVIMENTO

Pellegrinaggio a Roma

Catania

Adro – Pellegrinaggio

USA – Esercizi spirituali

PUNTO MISSIONE

VOCAZIONE E MISSIONE M. Brescianini

ULTIMA PAGINA L. Tomasini