
EDITORIALE – UN’IDEA DI POTERE
Nel corso di questo anno alcuni episodi di portata nazionale e internazionale hanno posto, all’attenzione sia dei media che degli esperti, sempre più pressanti interrogativi sul tema del potere: quale sia la sua natura, come sia distribuito e gestito, da dove sorga, quali siano le sue garanzie e i suoi limiti, i suoi compiti e le sue finalità, chi siano, se ci sono, i suoi depositari. Questi quesiti, a cui, fino a una quindicina di anni fa, avremmo saputo rispondere senza grosse difficoltà, pur facendo le dovute distinzioni delle forme politiche e dei diversi contesti storico–geografici e culturali, incalzano con il loro grave carico di drammaticità proveniente dalla cronaca.
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Le incertezze, i dubbi e le domande vanno poi consolidandosi nella diffusa percezione della crisi delle democrazie liberali in cui viviamo: l’avanzare di forme di populismo, il frantumarsi dei partiti politici strutturati e “tradizionali”, il repentino ricambio dei leader, l’influenza massiccia del potere giudiziario nel destino di governi e dei suoi rappresentanti hanno acuito le perplessità sulle istituzioni e fanno pensare ad una crisi della sovranità popolare e delle forme democratiche.
Non che siano in dubbio i fondamenti di civiltà e i diritti umani, anche se la dose di impotenza nel farli rispettare dovrebbe togliere il sonno e non è, di certo, un segnale della salute delle istituzioni internazionali; ma il secolo scorso, che si era chiuso all’insegna del “nuovo ordine mondiale”, con progetti e promesse di un processo di pacificazione e di benessere maggiormente diffuso, favorito dalla globalizzazione, oggi è tutto da ridisegnare.
Una strada è certamente quella di ripulire l’idea stessa di potere che, nell’immaginario comune, ha dei contorni negativi e viene avvertita come una parola con la quale ci si può sporcare, la cui accezione, come spiega uno dei contributi nelle pagine seguenti, è più vicina al termine dominio, che al concetto di possibilità. In fondo, pensiamo che chi si avvicina al potere, in qualche modo, venga trascinato in una palude dove ci sono disonestà, slealtà e corruzione. Ed è innegabile che l’esercizio del potere risente della stessa traviante idea, intendendo più spesso la ricerca del potere come spartizione di beni, controllo di interessi e supremazia, che blocca e congela, e non come un movimento generatore della società, onorevole incarico e nobile e alto servizio.
Anche nelle tante relazioni di tutti i giorni, in cui ci è richiesto il rispetto di grandi responsabilità, intendiamo il potere o come un traguardo, a cui mirare e da raggiungere, o come un predominio da praticare e ostentare, e pertanto esso o ci illude o ci opprime, e noi perdiamo fiducia in esso. Ed è sintomo di tale sfiducia, nel nostro Paese e a livello europeo, anche la progressiva diminuzione della percentuale di partecipazione alle consultazioni elettorali.
Dallo scenario internazionale, poi, attraverso un diluvio di immagini e filmati, quotidianamente ci vengono “sbattute” in faccia e messe tra le mani tragedie e situazioni drammatiche e apparentemente senza speranza, che rischiano di far crescere il senso di impotenza, di insicurezza e paura generalizzata e spingono soprattutto i più giovani a coltivare un più rassicurante ripiegamento su se stessi, a tentar di garantire o difendere le proprie piccole certezze, che però atrofizzano il respiro, il cuore e lo sguardo.
Sta divenendo urgente rilanciare, a livello educativo, forme di partecipazione e responsabilità, che siamo sempre più abituati a scaricare e demandare ad altri, nella disperata ricerca di assicurazioni e sicurezze che ci salvino dal rischio, a livello personale e collettivo, di non doverci rimettere qualcosa o, non sia mai, tutto. Invece la storia del nostro Paese e della nostra Europa è stata costruita, pezzo per pezzo, da uomini e donne che hanno avuto il coraggio di decidere e spendersi, hanno saputo dedicarsi e consegnare le proprie risorse e la vita stessa, non hanno indugiato soffermandosi al calcolo dei propri interessi e del proprio tornaconto, ma hanno lasciato, come si diceva, “gli adempimenti a Dio”, confidando nella certezza che ogni opera buona potesse essere portata a compimento.
In questo numero, come sempre, vorremmo far nascere più domande che risposte, offrendo contributi sulla tematica del potere, non solo da un punto di vista teorico e culturale, per riappropriarci del suo significato e delle sue articolazioni, ma anche affrontando temi di concreta attualità, che interpellano la nostra partecipazione e responsabilità, nella speranza di alimentare nuove idee, utili confronti e, perché no, animate discussioni, che fecondano la vera democrazia, l’appartenenza reciproca allo stesso destino e bene comune.
Non dimentichiamo quel che nel lontanissimo 1832, dopo l’esperienza del Terrore della rivoluzione francese, scriveva Alexis de Toqueville: «Il dispotismo vede nella separazione tra gli uomini la garanzia della sua permanenza. Il despota facilmente perdona i suoi sottoposti per non amarlo, a condizione che essi non si amino l’un l’altro».
SOMMARIO
LA FORMA CRISTIANA DEL «POTERE» E DELL’«AUTORITÀ» P. A. M. Sicari ocd
“RESTA UMANO!” LA LETTERATURA E IL POTERE TOTALITARIO L. Sighel
IO POSSO. Intervista al Dott. Luigi Ballerini a cura di S. De Carli
L’INVIDIA DEL POTERE A. Musio
LA LUDOCRAZIA. QUANDO IL POTERE DIVENTA UN GIOCO. O VICEVERSA M. Dotti
IL POTERE DELLA PAROLA, LA PAROLA DEL POTERE P. A. Cazzago ocd
ATTUALITÀ
SPECIALE: REFERENDUM… Sì o No? a cura di P. F. Silvestri ocd e A. Musio
CHI DIFENDE GLI INNOCENTI? Intervista a Don Fortunato Di Noto a cura di P. F. Silvestri ocd
IL TERRORISMO IN UNA FRANCIA CONFUSA M. La Loggia
LEAVE or REMAIN? Sul futuro dell’Europa dopo Brexit M. Gelmini
IL LAVORO CULTURALE NELL’ESISTENZA CRISTIANA A. Bellingreri
LE “ULTIME CONVERSAZIONI” DI BENEDETTO XVI M. Nasca
PAROLA DI DIO
CARITÀ
“VITE SOSPESE”. Il Movimento per la Vita raccontato dai protagonisti R. Ribbene
MUSICA
L’ULTIMO TRENO Ricordo di Gianmaria Testa R. Barone
ARTE
REPORTING FROM THE FRONT Biennale di Architettura 2016 L. Sighel
CINEMA
PUNTO MISSIONE
“ANDIAMO? … Sì! ANDIAMO!” Martina e Claudio
VITA DEL MOVIMENTO
GMG A CRACOVIA
VACANZE ESTIVE A PESCOLUSE
ASSEMBLEA GENERALE
ULTIMA PAGINA L. Tomasini