
EDITORIALE – SOVRANITÀ E RELAZIONE
Si racconta, in un apologo presente nel IX capitolo del Libro dei Giudici, che gli alberi si misero in viaggio per eleggere un nuovo re e, per primo, proposero la carica all’ulivo, che rifiutò, per non perdere l’onore conquistato presso gli uomini e gli dèi; poi chiesero al fico, che non volle rinunciare alla sua dolcezza; ed infine alla vite che si negò a sua volta, per mantenere la gioia e l’ebbrezza che offriva con il suo mosto. Tutti rifiutarono il dominio, eccetto il rovo che, preso il potere, superbamente ordinò a tutti di onorarlo ed impose di sottomettersi alla propria ombra, minacciando, in caso contrario, di far uscire da sé un fuoco che avrebbe divorato persino i possenti cedri del Libano. Il brano costituisce, forse, una delle pagine meno note della Bibbia, eppure la sua forza e la sua pungente ironia risultano di un’attualità straordinaria: la storiella è narrata da Iotam davanti al popolo, prima di fuggire per salvarsi dalla furia del re Abimelek, suo fratello, che aveva conquistato il potere, dopo aver cancellato in un bagno di sangue gran parte della sua famiglia e del suo clan. Il racconto pone il tema del potere, della sua origine e della sua natura; ricorda che un desiderio di potere è in tutti ed infiltra anche il sospetto che esso abbia in sé un aspetto di prevaricazione, che è di non facile gestione, quasi connaturato. La rinuncia da parte dei migliori pretendenti (l’olivo, il fico, la vite) è motivata dalla paura di perdere la propria natura, il proprio dono, mentre l’inadeguatezza minacciosa del rovo a regnare sugli alberi esprime la superficialità di chi offre una disponibilità inconsistente e pericolosa.
La nostra rivista torna, in questo numero, ad affrontare la tematica, anche se da un punto di vista diverso (rispetto a 3 anni fa) e in tempi decisamente mutati; in particolare, attraverso preziosi contributi ed interviste, questo numero si interroga sul valore e sul significato della sovranità, approfondendo gli aspetti storici, sociologici e politici, e tentando di ampliare il tema ad una dimensione culturale più ampia. La prima metafora, insita nelle parole potere e sovranità, è l’idea della verticalità. Nel significato del termine potere noi abbiamo incluso la percezione di alto e basso e di una direzione in cui questo si muove: chi è superiore ha ed esercita maggior potere e, viceversa, chi, per condizione lavorativa, sociale o economica è più in basso pare subirlo, non controllarlo e non avere altra possibilità che sottostare, sottomettersi o, se possibile, limitarne i danni e le angherie. Salvo poi percepire che un po’ di potere è aspirazione di ciascuno di noi, come se fosse dell’essere umano ricercare una condizione di maggior dominio sulla realtà, sugli altri, su se stesso. E, nei secoli, il realizzarsi della sovranità ha cambiato direzione e verso, ripartendo dal basso. In secondo luogo il sussistere di un potere si lega all’indispensabile esistenza di un luogo in cui si applichi, che è stata spesso mediata attraverso la raffigurazione di un corpo, che ha o deve avere un centro di potere, di decisione e di generazione del suo movimento e della sua vita, anche se resta la domanda di chi governi all’interno di un tale organismo: il cuore, la testa, l’anima? Nei secoli la sovranità ha avuto, a livello storico‒politico, varie rappresentazioni, legittimazioni ed interpretazioni ed è stata intesa come invenzione dinastica, umana, investitura divina, soluzione della reciproca conflittualità, rapporto di forza, imposizione e legittimazione popolare. Si concentrano in essa i giudizi dei tempi e talvolta le storture degli uomini ed è stata, per questo, esaltata e adorata, ma anche ridotta e limitata, talvolta corrotta ed usata, sempre nel tentativo di darle sostanza, magari ampliando l’idea di sovranità dell’uomo alla natura ed alla vita, attraverso il dominio della scienza e della tecnica e della tecnologia, scivolando, non poche volte, in strumentalizzazioni e svuotando e riempiendo il suo significato a seconda dei tempi, le opportunità e le ideologie. In questo senso l’idea di sovranità segna un profondo bisogno dell’uomo di appartenenza e di identità, la necessità di un nesso tra il passato, da cui veniamo, e un futuro, che ci appare ignoto, l’inevitabile legame tra tradizione ed innovazione, l’aspirazione tesa tra conservazione, riforma e rivoluzione. In tutti questi frangenti la sovranità emerge come l’esigenza strutturale di relazione, l’anelito intimo e personale ad un legame collettivo, che lotta con l’affermazione dell’unicità e dell’irripetibilità di ciascuno. Siamo alla costante ed inquieta ricerca di un equilibrio e una pacificazione che tutto ricomprenda, nella speranza che, come dice la Scrittura, non vi sia più «né giudeo, né greco, né schiavo, né libero, né uomo, né donna…» in attesa di terminare la frase e la promessa. Buona Pasqua!Continua a leggere
Durante la Biennale 2015, l’artista Ivan Grubanov allestì nel Padiglione Serbia un’installazione dal titolo United Dead Nations: il visitatore, entrando nello spazio vuoto, si trovava attorniato da cumuli di bandiere stropicciate, strappate e sporcate, gettate a terra, aggirandosi tra pareti bianche su cui si ricordavano le date di nascita e di morte delle nazioni e degli imperi decaduti nel XX secolo e i cui vessilli, come corpi senza vita, giacevano a terra. La potente provocazione dell’artista serbo segna la fine delle nazioni, dei sogni e delle ideologie che li hanno sostenuti, incapsula il tempo e la storia. Attraverso le bandiere pone profondi interrogativi sulla rappresentazione che i popoli hanno di loro stessi, delle forme che la sovranità ha assunto nei percorsi concreti e tortuosi della storia.
SOMMARIO
IL “BEATO E UNICO SOVRANO” P. A. M. Sicari ocd
POPULISMO E DEMOCRAZIA DIRETTA Intervista al prof. M. Panarari a cura di L. Sighel
IL LABIRINTO DELLA SOVRANITÀ. Dal bisogno di protezione alla relazione A. Musio
IL BAMBINO “SOVRANO”.Come sono cambiate le relazioni educative familiari M. Vinciguerra
L’EUROPA DEI VALORI. Integrazione europea e nuova cultura (o Babele?) dei diritti A. Bonera
POLITICA E COSCIENZA. Uno sguardo sull’Europa di oggi attraverso gli occhi di Václav Havel M. Dotti
ATTUALITÀ
IL DOCUMENTO SULLA “FRATELLANZA UMANA” FIRMATO DAL PAPA E DAL GRANDE IMAM M. Nasca
IL MURO DELLA PAURA M. Gelmini
RESPIRARE L’AMORE IN FAMIGLIA INSEGNA L’AMORE NELLA VITA. Intervista a M. Recalcati a cura di M. Calvi
PAROLA DI DIO
CARITÀ
UNA RADIO PER LA PACE R. Ribbene
MUSICA
EDOARDO BENNATO E LE VICENDE DI UN BURATTINO SENZA FILI R. Barone
ARTE
COMPAGNI DI STRADA G. Clerici Giorgi
CINEMA
GREEN BOOK S. Giorgi
LETTURE
PRIMA DI ESSERE FRANCESCO P. A. Cazzago ocd
PUNTO MISSIONE
GRACIAS A DIOS Liliana e Agostino Secchi
VITA DEL MOVIMENTO
ASSEMBLEA GENERALE
PELLEGRINAGGIO IN TERRA SANTA
ULTIMA PAGINA L. Tomasini