EDITORIALE – ISH E ISHAH

Adam, nel racconto della Genesi, è l’uomo universale, creato a immagine e somiglianza di Dio, l’essere umano in quanto tale; per indicare l’uomo e la donna vengono utilizzati i termini ish e ishah che evidenziano la loro pari dignità, pur nella loro diversità. Anche nei miti del Simposio di Platone maschio e femmina sono due metà di un intero che, divise da Zeus, vanno cercandosi per ricostituire l’antica unità perfetta. La storia ha invece vissuto una sproporzione e un disequilibrio, determinando in senso maschile un’impostazione di tutti gli aspetti della società e dela vita.

Oggi nel nostro XXI secolo è evidente come vi siano contesti completamente distanti: Paesi, dall’Africa all’Oriente, dall’Afghanistan all’Iran ‒ segnati dai fatti e dalle proteste di questi mesi ‒ nei quali essere donna è “una disgrazia” e i diritti fondamentali non sono garantiti; e Paesi, come quelli occidentali, dove i diritti delle donne sono sanciti da documenti costitutivi e legislativi: frutto di una lunga e difficile conquista di riconoscimento, durata per tutto il XX secolo, dalle prime rivendicazioni del voto alla progressiva legittimazione nei luoghi chiave dal punto di vista economico, politico e sociale. E guardando ai vertici dell’Unione europea e dei suoi organi (Commissione europea, Banca Centrale, Presidenza dell’Europarlamento), sembrerebbe che il tema delle pari opportunità sia stato acquisito. E allora perché parlarne? Unicamente per rivolgere lo sguardo a quei contesti in cui a essere dichiarata e difesa è invece la discriminazione a vari livelli personali, sociali, lavorativi, educativi?

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In realtà, al di là del politicamente corretto di facciata, quello delle quote rosa, per intenderci, il tema della natura e del ruolo delle donne nel nostro tempo e nella nostra società, è una questione ancora aperta e non del tutto risolta. In questo numero, si è voluto dare un contributo alla riflessione sul tema, attraverso testimonianze molto diverse: donne che raccontano come la parità non sia da confondere con l’uguaglianza e che, proprio nel salvaguardare la propria specificità, vivono e testimoniano la propria unicità e diversità per esprimere la piena identità femminile. 

Il problema non sta nel riprodurre la copia del maschile o di ingaggiare una competizione, anche se in alcuni contesti le donne sono costrette a farsi sentire e valere, ma la sfida si gioca nello scoprire le peculiari caratteristiche dell’essere donna, da cui necessariamente deve derivare anche una ricomprensione dell’essere uomo e dell’identità maschile. Solo un profondo lavoro di ascolto e rispetto, conoscenza ed educazione potrà rivelare quel segreto di complementarietà di maschile e femminile, che permette ad entrambi di trovare il proprio talento, compito e posto nel mondo.

I movimenti femministi della storia hanno progressivamente rivendicato spazi e ruoli alle donne, ma diverse sono, ancor oggi, le correnti, le prospettive e le strategie, che non sempre concordano sulla scelta delle modalità di affermazione della  propria specifica natura. Il femminismo, se diviene una lente per filtrare tutto il mondo, cade nell’errore, comune a tutti gli -ismi, di lasciarsi trascinare dentro una deriva ideologica, come quando, nell’ennesima forma della cancel culture, arriva a bollare come antifemminista tutto il passato pretendendone la cancellazione, rischiando così di buttar via, insieme agli evidenti condizionamenti storici e culturali delle diverse epoche, anche i valori che hanno costituito la nostra cultura, senza i quali forse non sono neppure immaginabili alcuni passi nella giusta direzione.

Il cristianesimo pone la questione del maschile e del femminile in termini di dono e vocazione. Lo sguardo che viene dal Carmelo è poi un punto di vista privilegiato per comprendere la presenza delle donne nella Chiesa ed il loro contributo: in particolare la dottrina delle Sante e maestre carmelitane offre un’impronta femminile nel percorso dell’unione dell’anima con Dio, quel saper accogliere e donarsi in modo continuo e profondo che è divenuto patrimonio per tutta la Chiesa e l’umanità intera.

In una conferenza dell’aprile del 1931, dedicata alla vocazione delle donne, Edith Stein affermava: «La vocazione naturale dell’essere umano, come di ogni altra creatura, è che sviluppi, in  purezza e nell’ordine stabilito da Dio, ciò che il Creatore vi ha posto come seme. La prerogativa particolare dell’essere umano consiste nel fatto che egli non si sviluppa senza partecipazione della sua volontà, come in un processo naturale, ma che, in quanto essere razionale e in virtù della propria conoscenza e volontà, può liberamente concorrere a tale sviluppo». È la persona tutta intera che dà gloria a Dio; si entra in relazione ‒ precisa la filosofa tedesca ‒ con Lui con tutto il sé, con il proprio corpo e con la propria anima. Coltivare la propria specifica individualità (mascolinità e femminilità) e metterla al servizio degli altri è perciò la vocazione di ciascuno, in relazione al tempo e all’eternità. Non viene quindi favorita nessuna forma di angelismo ‒ o spiritualizzazione o limitazione dell’umano ‒ come nessuna riduzione al solo orizzonte naturale. La persona è l’unitarietà della propria dimensione biologica, sessuale, psicologica e spirituale, che è chiamata a svilupparsi in maniera armonica. E ciascuna delle due metà dell’essere umano trova ispirazione, completamento e compimento nel rapporto speciale che può coltivare con l’altro.

Nel guardare al Natale, e alle figure maschile e femminile all’interno della Santa famiglia, le parole finali di Edith Stein ci aiutino a vivere l’evento che ci attende: «Il cuore di Dio è la fonte inesauribile da cui ogni vita umana ha di che formarsi in modo ampio e fecondo, la fonte che può condurre ogni vita di donna (e di uomo) all’adempimento più bello della sua vocazione».

SOMMARIO

MISTICA, SESSUALITÀ E FEMMINILITÀ P. A. M. Sicari ocd

TEMA: IL DONO DELLA DONNA

TORNIAMO A DARE VALORE ALL’IMPORTANZA DI ESSERE “FEMMINE” M. C. Migliarese

DONNE: VITA, AMORE E LIBERTÀ L. Tomasini

ANCORA IL FEMMINISMO? Intervista ad Antonella Mariani a cura di S. Giorgi

IMMAGINAZIONE, TECNOLOGIA E DIFFERENZA SESSUALE A. Musio

DIRE DONNA PER DIRE DIO Intervista alla Prof.ssa Lucia Vantini a cura di P. F. Silvestri ocd

L’ESSERE FEMMINILE IN EDITH STEIN P. M. Paolinelli ocd

IL CARMELO È DONNA Intervista a Suor Margherita della Croce a cura di S. Giorgi e L. Tomasini

ATTUALITÀ

TERESA DI LISIEUX. Il 150° anniversario della nascita celebrato dall’Unesco M. Nasca

IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA HA 30 ANNI P. A. Cazzago ocd

L’UOMO, LA LIBERTÀ, LA RESPONSABILITÀ. Cosa è in gioco nella guerra in Ucraina. Intervista ad Adriano Dall’Asta a cura di M. Gelmini

PAROLA DI DIO

MUSICA

IL TUTTO NEL FRAMMENTO. Intervista a Juri Camisasca a cura di R. Barone

ARTE

DIALOGHI TRA ARTE CONTEMPORANEA E CRISTIANESIMO E. Faustini

CINEMA

SUFFRAGETTE S. Giorgi

LETTURE

LA BELLEZZA DI CUI NON POSSIAMO FARE A MENO

EROTICA E MATERNA. Viaggio nell’universo femminile

PUNTO MISSIONE

DIAMO FORZA ALLE FAMIGLIE. Il nostro lavoro in Libano A. Fascetto

ULTIMA PAGINA L. Tomasini