
EDITORIALE – CHIAMATI ALLA SANTITÀ
“Non sono un santo”. Certo, è così. Ma queste parole, che dovrebbero contenere l’ardente desiderio di diventarlo, molto spesso sono invece il lamento ipocrita, tiepido e fiacco, di quella nostra depressione, tutta moderna, che preferisce la tristezza alla lotta, la mediocrità al coraggio, l’imborghesimento allo slancio magnanimo del cavaliere errante.
Così scrive Jean de Saint‒Cheron, giovane pensatore francese, cattolico e adeguatamente anticonformista, che nel libro Chi crede non è un borghese. Perché la santità è a portata di tutti denuncia il fatto che ai cristiani interessa sempre meno la santità, mentre prevale un cristianesimo da divano, fatto di credenti che hanno ricevuto il dono della fede, ma che preferiscono una zona di comfort, talvolta nutrita di buoni sentimenti, che cerca appartenenza e conservazione.
La persona che crede, secondo l’autore, è, invece, quella che si lascia disturbare da altro da sé, si lascia buttare giù dal cavallo e non vi risale, tornandosene alle sue faccende, ma fa spazio alla novità di Dio, che scardina il consueto e apre sentieri nuovi di vita. Se la santità infatti è la pienezza della felicità, «non guariremo questo cristianesimo se non ammettiamo che quella santità che ci fa paura dev’essere rimessa al centro della nostra vita, cioè delle nostre azioni e dei nostri desideri».
Dio fa nascere in ogni epoca santi adatti a quel tempo. Oggi abbiamo urgenza di tutto ciò: abbiamo sete di nuovi santi e nuovi profeti, siamo affamati di nuovi modelli e guide, ricerchiamo luci nell’oscurità dei nostri tempi e nello smarrimento delle coscienze.
Il cristiano, ogni cristiano, è chiamato alla santità e non può accontentarsi di «una zuppa spiritualizzante cui si abbevera la sottocultura cristiana contemporanea». Giudizio sferzante che richiama ad un profondo lavoro di riappropriazione del tempo, della storia, dell’arte e della cultura. All’origine c’è il riconoscimento del dono d’amore di Dio e poi un compito da intraprendere. Come afferma Charles Péguy, «non si è cristiani perché si è giunti a un certo livello morale, intellettuale, magari spirituale. Si è cristiani perché si appartiene ad una certa razza ascendente, ad una certa razza mistica, ad una certa razza spirituale e carnale, temporale ed eterna, ad un certo sangue». E il cuore sta proprio nel non dimenticare come «la santità non consiste nel fatto che l’uomo dà tutto, ma nel fatto che Dio prende tutto» (Adrienne von Speyr): tutto da Lui è stato creato e tutto è da Lui atteso. Da questa rivelazione deriva uno dei caratteri più evidenti del Cristianesimo: il più profondo realismo, che sa penetrare, con i suoi santi, concretamente e senza limite e giudizio, nel profondo della realtà umana, anche la più lontana, malata, corrotta, disperata, e sa portare alla luce verità e bellezza sommerse e dimenticate, per ricondurle alla loro origine. «La nostra Chiesa» — scrive Georges Bernanos — «è la Chiesa dei santi. Per essere un santo quale vescovo non darebbe il suo anello, la mitra e il pastorale, quale cardinale non darebbe la sua porpora, quale pontefice tutto il suo patrimonio temporale? Chi non vorrebbe avere la forza di correre questa meravigliosa avventura? Chi l’ha compreso una volta, è penetrato nel cuore della fede cattolica, ha sentito trasalire nella sua carne un tremore diverso da quello della morte, una speranza sovrumana. Tutto il grande apparato di sapienza, di forza, di docile disciplina, di magnificenza e di maestà della Chiesa non è nulla di per sé se la santità non lo anima». Una meravigliosa avventura alla portata di tutti, che si gioca nell’urgenza e banalità del quotidiano, che chiama nei passaggi stretti delle nostre vite, che attraversa la nostra fragilità e debolezza presente, che mai si dà per vinta o finita. Una vocazione universale da riscoprire, per poter dire con Leon Bloy: «Al mondo c’è una sola tristezza: quella di non essere santi. E quindi una sola felicità: quella di esserlo».Continua a leggere
SOMMARIO
LA SANTITÀ COME RACCONTO. Intervista a P. A. M. Sicari ocd a cura della Redazione
SANTI O EROI? Intervista a P. M. Chiesa ocd a cura di M. Parolini
IL VOLTO DEI SANTI. Il dono e la missione dei santi, per la Chiesa e per il mondo P. F. Silvetri ocd
EDUCARE ALLA SANTITÀ? L. Tomasini
PERCHÈ ACCONTENTARSI DI UNA VITA MEDIOCRE? L. Sighel
ESSERE PADRE DI UNA SANTA. Intervista al padre di Chiara Corbella Petrillo a cura di S. Lucchetti
LA FEDE NASCE PER ATTRAZIONE. Udienza Generale del Papa dedicata a S. Teresina (7 giugno 2023)
ATTUALITÀ
IL GIORNO PRIMA DELLA PACE. Incontro con Mauro Garofalo a cura di M. Gelmini
CHIUSO PER LEGGE. La chiusura dei manicomi ha compiuto 45 anni M. Ferretti
GENITORIALITÀ IN TERRA STRANIERA, FRAGILITÀ E BISOGNO DI DIO L. Tomasini
PAROLA DI DIO
CARITÀ
CASA SAN FRANCESCO. Il nuovo “farmaco” di inclusione socio-lavorativa R. Ribbene
MUSICA
LA CANZONE DEL DILUVIO R. Barone
ARTE
ARTE E FEDE IN CAMMINO. Dialoghi tra arte contemporanea e cristianesimo. Intervista all’artista G. S. Rossi a cura di E. Faustini
CINEMA
LE NUOTATRICI S. Giorgi
PUNTO MISSIONE
VILLAGGIO DEI RAGAZZI ROMANIA/1. Una storia, tante storie E. Sartorio
VITA DEL MOVIMENTO
QUINTA “CAROVANA DI PACE”
BELLA MATRIBUS DETESTATA. 45° Pellegrinaggio Mariano
ULTIMA PAGINA L. Tomasini