Ribaltare i pregiudizi
(di Rosario Ribbene)
Si può preparare del buon cibo e riscattare delle vite ricostruendole per innestarle nella società? È una domanda che a Palermo ha trovato matericamente risposta nel progetto Cotti in Fragranza, curato dalla cooperativa sociale Rigenerazioni.

Una “buona” idea
Nato nel 2016 come un laboratorio per la preparazione di prodotti da forno all’interno del carcere minorile Malaspina di Palermo, il progetto si basa su una precisa etica della responsabilità, in cui i giovani coinvolti sono protagonisti di tutte le scelte, dai nomi dei prodotti alle strategie di marketing. E c’è di più, considerato il fatto che, dopo aver concluso il proprio percorso detentivo, i ragazzi continuano a lavorare al progetto.
“Quello che fa la nostra cooperativa, al di là di Cotti in Fragranza, è inventare percorsi di lavoro per i soggetti più fragili – spiega Lucia Lauro, responsabile del progetto – dai tossicodipendenti ai reclusi in carcere, dando una mano anche agli ultimi sfollati. I ragazzi sono felicissimi di poter lavorare a un’opportunità del genere, oltre i catering aziendali e i pasti per comunità esterne. Un servizio per gli ultimi, un aiuto che li fa sentire utili. Gli stessi ragazzi stranieri che abbiamo assistito sono contenti, noi non realizziamo per così dire la classica mensa da ospedale ma dei veri e propri pasti che hanno quel tocco in più che riusciamo a dare. Il cibo è qualità della vita, e anche per chi si nutre da noi c’è insomma molta soddisfazione, al di là della volontà di supportare un progetto etico”.
Casa San Francesco
Casa San Francesco è la seconda centrale operativa di Cotti in Fragranza che da circa un anno affianca il laboratorio del carcere per le preparazioni gastronomiche, tra cui la produzione di pasti per le mense cittadine e comunità, ma anche di cibo su ordinazione per eventi privati e servizi aziendali. Il palazzo, che occupa uno spazio di 4500 metri quadrati nel cuore di Ballarò, è un ex convento dei Cappuccini del Seicento, poi trasformato in infermeria per il ricovero dei frati.
Dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale venne restaurato e i suoi locali furono trasformati in alloggi per anziani della casa di riposo “San Francesco d’Assisi”, per lungo tempo gestita dai Padri Cappuccini.
Entusiasmo e tanti risultati per questo giovane percorso progettuale nato sotto il segno di uno slogan “Se non li gusti, non li puoi giudicare”. I prodotti da gustare, nell’arco di due anni di attività, sono cresciuti per numero e varietà: dalla prima invenzione con la marmellata di mandarini di Ciaculli (raccolti in un terreno confiscato alla mafia), ai frollini al cioccolato di Modica e arancia, ai cioccolatini. Per non parlare delle proposte salate, come i Picciottelli, snack al formaggio ed erbe aromatiche, disponibili anche in versione vegana.
Variegate le collaborazioni instaurate sul territorio per la creazione del packaging, la gestione della logistica, la distribuzione dei prodotti in città e su tutto il territorio nazionale (Cotti in Fragranza è presente anche sul circuito online di Addiopizzostore.com, nato per l’e-commerce di prodotti antiracket). Solo a titolo di esempio si tenga conto che il bilancio del primo compleanno – nel 2017 – parlava di tredicimila pacchi di biscotti venduti – per circa 4 tonnellate di prodotto – distribuiti in oltre 50 punti vendita. Ma non è ancora tutto.
Cotti in Fragranza mette tutti Al Fresco
Proprio a due passi da tutti i gioielli più preziosi del centro storico del capoluogo siciliano, all’interno del giardino di Casa San Francesco, ha preso recentemente vita Al Fresco, il nuovo spazio dell’impresa.
Un piccolo scrigno di pace, verde e silenzio a pochi passi dalla Cattedrale, dedicato agli eventi (anche privati), in cui poter facilmente rilassarsi tra chiacchiere e buon cibo. “È il terzo step di Cotti in Fragranza – spiega Lucia Lauro – una scommessa vinta di riqualificazione urbana dall’incuria e dal degrado. Grazie all’aiuto dei ragazzi di altre cooperative sociali della città abbiamo liberato dalle erbacce e dai rifiuti questo spazio esterno, prendendoci cura degli alberi superstiti e creando gli arredi”.
Cotti in Fragranza sbarca nella grande distribuzione
La corazzata di gusto e riscatto sociale non si ferma qui, essendo da poco tempo anche la prima realtà del Sud Italia all’interno di un Istituto Penale per i Minorenni, che ha l’obiettivo di realizzare prodotti da forno di alta qualità da commercializzare nel territorio locale e nazionale sfruttando i canali della grande distribuzione. E così i biscotti sfornati dal biscottificio del carcere minorile Malaspina di Palermo saranno disponibili sugli scaffali dei supermercati Conad.
Il primo prodotto è “Buonicuore”, frollino secco al mandarino, raccolto in terreni confiscati alla mafia a Ciaculli e realizzato con materie prime quali la farina Maiorca Bio molita a pietra, lo zucchero integrale di canna Muscovado, il lievito biologico, burro e latte a km 0. La commercializzazione del prodotto vuole unire l’alta qualità, garantita dalla presenza di materie prime biologiche o a km0, alla finalità dell’inclusione socio-lavorativa dei giovani del Malaspina che, previa formazione, potranno diventare lavoratori specializzati ed autonomi, anche al di fuori del percorso detentivo. Il progetto è promosso e sostenuto dall’Istituto Penale per i Minorenni di Palermo, Opera Don Calabria, Associazione nazionale Magistrati e Fondazione San Zeno.
“Inizialmente i dolci sfornati dal biscottificio del carcere minorile palermitano saranno venduti in 11 punti vendita a marchio Conad di Palermo – spiega Lucia Lauro – ma contiamo di riuscire ad aumentare la produzione per poter allargare la rete di vendita. Per l’avvio, 5 dei 36 ragazzi ospitati nel carcere Malaspina di Palermo, inseriti nel progetto, hanno prodotto 5 quintali di biscotti “Buonicuore”, quasi il doppio della produzione settimanale del laboratorio. I giovani detenuti lavorano divisi in due turni: in uno assieme a uno chef supervisore, nel secondo da soli poiché totalmente autonomi nella preparazione”.
Le Vie dei Tesori
Le Vie dei Tesori è uno dei più grandi festival italiani dedicati alla scoperta del patrimonio delle città. Una grande occasione di riappropriazione dei luoghi d’arte da parte dei cittadini e una straordinaria opportunità per i turisti. L’edizione di quest’anno ha fatto registrare numeri da capogiro con centinaia di migliaia di visitatori e oltre quattrocentocinquanta tesori visitabili con un sistema digitale e smart in quindici tra capoluoghi e città d’arte della Sicilia. Palazzi nobiliari, terrazze segrete, monasteri, chiese e cripte, giardini, musei scientifici: luoghi in gran parte di solito chiusi o non raccontati.
E nella lista dei luoghi da visitare e riscoprire vi è stato anche la Casa di San Francesco.
“Con la sua posizione privilegiata all’interno del percorso arabo-normanno – afferma Lucia Lauro – è il luogo perfetto perché riusciamo già a immaginare un futuro in cui possiamo aprirci all’accoglienza e al turismo solidale, cucinando del buon cibo e raccontando il valore del riscatto e della responsabilità sociale”.
Un luogo protetto dove costruire nuove vite
Insomma Cotti in Fragranza è un’impresa sociale vincente e sorprendente, attenta nell’utilizzo di materie prime di alta qualità (per una produzione made in Sicily d’eccellenza) e capace di stupire il tessuto sociale spesso ripiegato stancamente su sé stesso e sui suoi preconcetti.
“Fare impresa sociale oggi a Palermo, significa in prima istanza dare una casa e un posto di lavoro ai ragazzi che lavorano con noi. Significa ribaltare un pregiudizio: noi infatti lavoriamo con minori detenuti (e maggiorenni, considerando che alcuni raggiungono la maggiore età in carcere) che la società sottopone a inevitabili pregiudizi. Il nostro progetto è un ambito protetto dove i nostri ragazzi hanno la possibilità di imparare a reintegrarsi nel mondo esterno senza avere un dito puntato contro per essere state persone che hanno sbagliato nella vita. Per noi l’unica vera forma di evasione e di libertà è il lavoro: i ragazzi lavorano e quindi sono liberi, sono messi in regola, hanno la busta paga, si affittano la casa offrendo finanche la garanzia del loro stipendio al padrone di casa. Tutto questo ci commuove perché vediamo delle vite che si costruiscono”.
©Dialoghi Carmelitani, ANNO 20, NUMERO 4, Dicembre 2019