A servizio della vita lungo un filo
(di Rosario Ribbene)
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce pretermine o prematuro il bambino nato prima della 37°settimana di gestazione. I bambini pretermine rappresentano circa il 7% di tutti i nati. In Italia ogni anno nascono circa 40.000 bambini pretermine, ma la percentuale è in forte aumento…

Venire al mondo… in anticipo
Venire al mondo: il miracolo della creazione di una vita che Dio ha da sempre custodito nel Suo eterno amore e che riversa nel battere di un cuoricino pronto a strillare al mondo che lo accoglierà. Gioia immensa che, in alcuni casi, viene come cristallizzata da una precoce fine di percorso o da complicazioni post-parto, nonostante la perfetta tabella di marcia del nascituro. Qualsiasi livello di prematurità comporta rischi maggiori rispetto ad una nascita a termine: rischi di tipo respiratorio, metabolico e neurologico per dirne solo alcuni.
La battuta d’arresto del normale sviluppo cerebrale intrauterino subita a causa della nascita prematura avvia la giovanissima vita ad una tappa forzata prima che possa abbracciare mamma e papà: TIN e CARE divengono così i termini e gli strumenti con i quali avere a che fare quotidianamente. L’Unità di Terapia Intensiva Neonatale (TIN) è un ambiente logorante per i genitori, gli operatori sanitari e il personale infermieristico e, non da ultimo, per gli stessi piccoli pazienti. Mentre la CARE è il Protocollo di Cura e Accudimento che contribuisce allo sviluppo dei piccoli e facilita le relazioni genitoriali nell’ambiente alieno della terapia intensiva: entrambi sono presìdi di aiuto del piccolo, ma entrambi luoghi che necessitano di grande presenza e supporto.
È proprio questa la frontiera dove lavorano le volontarie di Cuore di Maglia.
Una storia tenera e potente
L’Associazione Cuore di Maglia ha alle spalle una storia tenera e potente costruita giorno dopo giorno da volontarie sparse in tutta Italia che realizzano a maglia morbidi cappellini, scarpine, doudou (piccolo peluche a forma di animaletto privo di imbottitura o con un piccolo “straccetto” al posto del corpo, che fa parte dei cosiddetti “oggetti transizionali”) e copertine, per avvolgere, scaldare e colorare i piccini ricoverati in più di 90 reparti italiani di Terapia Intensiva Neonatale.
Vicina a bambini e genitori, Cuore di Maglia conosce bene le problematiche delle TIN – dove la vita scorre lenta con emozioni intense che non risparmiano nessuno – e lavora per sostenere e favorire la CARE.
“La storia dell’Associazione viaggia di città in città – spiega Cristiana Brenna, presidente di Cuore di Maglia – fili colorati uniscono persone e cuori di ogni età legati dalla passione per il lavoro a maglia e dalla generosità”. Le volontarie di Cuore di Maglia, distribuite sul territorio italiano, si riuniscono in incontri periodici per consegnare alla Delegata i capi realizzati, per confrontarsi sui nuovi modelli o semplicemente per trascorrere qualche ora in compagnia, lavorando a maglia insieme.
“Per realizzare i capi che doniamo alle Terapie Intensive Neonatali utilizziamo modelli speciali: studiati appositamente per l’utilizzo nella CARE, qualche volta di forma un po’ particolare, ma, spesso e volentieri, con un tocco di creatività e fantasia che li rende davvero unici. I nostri modelli sono tutti visibili online, nella nostra esposizione virtuale su: https://www.ravelry.com/designers/associazione-cuore-di-maglia. Molto spesso i modelli sono sviluppati in più taglie, e sono quindi adatti anche per bambini nati a termine, oltre che per i prematuri.
Per trovarli facilmente, li abbiamo organizzati in raccolte: “Novità” con gli ultimi capi ideati così da averli subito sott’occhio; “Vestire” con piccoli cardigan, cuffiette, scarpine, etc.; “Avvolgere” con copertine e minitwist; “Coccolare” con doudou e morbidi pupazzetti; “Specialità” con i capi studiati appositamente per l’uso nelle TIN: sono gli unici non disponibili online, ma che si possono ottenere direttamente dalle Delegate locali partecipando agli incontri periodici che sono elencati sul nostro sito: Cuore di Maglia – INCONTRI; “Non solo bimbi” con altri modelli.
Tutti i modelli, ad esclusione delle “Specialità”, sono acquistabili immediatamente online: come è chiaramente specificato per ogni modello, il ricavato della vendita va interamente a sostegno delle attività di volontariato dell’Associazione.
Sferruzzare in tempo di Covid
Ed in barba al terribile Coronavirus le volontarie hanno trovato una modalità per assistere le giovani vite.
“Cuore di Maglia – afferma Cristiana Brenna – può contare sull’infaticabile operosità delle centinaia di volontarie sparse in tutta Italia, e non solo, che anche durante il primo lockdown non si sono perse d’animo e in molti casi hanno approfittato di questo “tempo sospeso” per stemperare la tensione lavorando a maglia, intrecciando fili colorati e ripetendo come un mantra “Andrà tutto bene”. Se cerchiamo di essere uniti, aiutarci e sostenerci a vicenda, sarà così.”
E sono diversi gli esempi di questo periodo. Così nei reparti di Terapia Intensiva Neonatale degli Spedali Civili di Brescia e dell’Ospedale Niguarda di MIlano, durante il Carnevale, i piccoli pazienti sono stati fotografati travestiti da leoni, api o coccinelle, da personaggi Disney ma anche da protagonisti e supereroi di celebri fumetti o cartoon come le Tartarughe Ninja e Spiderman. O ancora, i bambini prematuri della Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale Niguarda di Milano sono stati i protagonisti di una sorta di rassegna di cappellini a forma di zucca e di doudou con la sembianza di teneri fantasmi in occasione della festa di Halloween.
Ci sono poi i Knit cafè di Cuore di Maglia, vere e proprie fucine per la produzione di capi e occasioni di incontro tra le volontarie, in versione telematica e social al tempo di Covid-19.
A fine ottobre, per esempio, è stato organizzato un social Knit cafè a Livorno dove è nato un gruppo di Cuore di Maglia per supportare quello della vicina Firenze. Le amiche di Livorno, per celebrare la loro città, hanno proposto un modello molto marinaro dal nome emblematico: Speranza. Si tratta di un twist – una copertina triangolare che serve ad avvolgere il bambino – rifinito a punto onda a più colori, decorato con un faro dal quale si irraggiano fasci di luce e chiaramente ispirato al Fanale di Livorno, o Fanale Maggiore, il faro del portKnito di questa città.
“Il cafè è un nome di importazione – afferma Cristiana Brenna – con il quale abbiamo ribattezzato una bella consuetudine quasi scomparsa: quella del fare la maglia insieme. Io ricordo che da bambina c’erano momenti della giornata, con mia mamma, mia zia o con le amiche, destinati al lavoro a maglia. Generalmente poco prima di preparare la cena e soprattutto in inverno. Questa abitudine l’abbiamo riscoperta più avanti come metodo per lenire lo stress e le tensioni, ritrovandosi tra amiche condividendo una passione comune e per socializzare. Se poi questa esperienza è legata a qualcosa di più grande e bello come Cuore di Maglia diventa ancor più gratificante. In questo periodo di pandemia continuiamo a portare avanti questo momento attraverso i social dove ognuna di noi condivide il proprio lavoro ricreando il Knit cafè, ogni fine mese”.
Guardare al di là del proprio orizzonte: Cuore di Maglia nel mondo
Una mappa interattiva sul sito dell’Associazione evidenzia con moltissimi “cuoricini” i luoghi dove è presente, a vario titolo, Cuore di Maglia: oltre le numerose strutture ospedaliere italiane, è anche partner attivo di associazioni che operano presso strutture sanitarie in altri continenti, soprattutto in Africa. “Nel 2019 ad esempio – continua Cristiana Brenna – abbiamo avviato una collaborazione con CUAMM Medici per l’Africa e per il 2020 ci eravamo poste un obiettivo molto ambizioso: sostenere con i nostri manufatti circa 3.000 neonati prematuri o sottopeso ricoverati presso tre punti-nascita del CUAMM in Mozambico: Beira, Nhamatanda e Montepuez. A giugno di quest’anno un container del CUAMM è partito per il Mozambico stipato di attrezzature, medicinali e dispositivi di protezione: rimaneva appena lo spazio per un paio di scatoloni che, in tempo reale, sono partiti da Torino per andare a completare il prezioso carico. Siamo quindi felici di annunciare che le prime 152 copertine, 50 cappellini e 29 doudou sono ora negli ospedali del Mozambico. Questo progetto, che ci invita ed aiuta a guardare al di là del nostro orizzonte, ha inevitabilmente subito una fase di stallo a causa degli effetti della pandemia”.
Dio dentro una maglia
“Dentro ogni maglia c’è il riflesso della tenerezza – afferma Cristiana Brenna – la stessa, forse, con cui Dio guarda le Sue creature. Siamo al servizio dei medici e degli infermieri nella cura di questi piccoli pazienti, cercando caso per caso di creare degli intrecci di fili colorati funzionali alla fragilità della vita che accolgono con calore e sofficità. Ed il fascino di questo progetto, ciò che lega le volontarie, è scoprire quanto questi bambini siano attaccati con forza alla vita, anche quando trattiamo storie che non sono a lieto fine, quando entriamo – quasi in punta di piedi – in una terapia intensiva”.
©Dialoghi Carmelitani, ANNO 22, NUMERO 1, Febbraio 2021
