
Il regno della luce e dell’armonia
Chissà quante volte avete osservato il cielo limpido, illuminato da un sole splendente o buio, costellato di stelle e pianeti che si muovono come danzando durante le ore notturne, o semplicemente rischiarato dalla luna piena che diffonde come una carezza la sua luce argentea sulla terra.
Anche Dante, sin da piccolo, era attratto da questa immensità e bellezza, passava molto tempo a contemplarla, domandandosi come questa meravigliosa architettura potesse funzionare.
Quando iniziò a scrivere la sua avventura in Paradiso, nella terza parte del suo incredibile viaggio nell’aldilà, si ricordò non solo delle lunghe ore trascorse ad ammirare il cosmo, ma anche dei suoi studi scientifici, delle mille domande che il cielo gli suscitava.
Il cielo è il luogo dove è il Paradiso e Dio risiede nel più alto dei cieli, come dice la Bibbia. Sì… perché, secondo Dante, attorno alla Terra ruotano 9 cieli, una sfera dentro l’altra. Cinque hanno i nomi dei pianeti: cielo di Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno. Poi ci sono il cielo della Luna, del Sole, delle stelle fisse e il cosiddetto Primo mobile, il più esterno, così chiamato perché è il primo dei cieli a muoversi per volontà divina, velocissimo. Tutto è movimento e come in uno straordinario ingranaggio i cieli si muovono in armonia perfetta generando luce ed armonia e più sono vicini alla Terra, più rallentano. Oltre loro si trova il decimo cielo, l’Empireo, il luogo dove dimora Dio.
Ma torniamo al suo viaggio!
Lo avevamo lasciato nel Paradiso terrestre, sulla vetta della montagna del Purgatorio, dopo la scalata insieme all’amato Virgilio che proprio lì lo saluta, per tornare nel luogo a lui destinato. Dante incontra Beatrice e si affida a lei come sua guida.
Ma come può Dante, un uomo, riuscire ad andare in cielo? Già, perché era stato straordinario il suo viaggio nelle profondità dell’Inferno e poi su, salendo per le balze del monte del Purgatorio fino al Paradiso terrestre: tutti luoghi irraggiungibili per i mortali, ma dove Dante era arrivato con le sue gambe, con fatica certo, salendo, scendendo, talvolta scivolando o inciampando, lasciandosi aiutare da traghettatori o aiuti celesti. Ma in cielo? Come poter salire ai cieli?
Il primo ostacolo è il passaggio attraverso l’enorme sfera di fuoco, che Dante immagina divida il mondo terreno dal Regno dei cieli. Beatrice fissa i suoi occhi nel sole e chiede a lui di imitarla: grazie alla purezza che ha raggiunto durante il viaggio, Dante viene attratto da una luce e da un suono meravigliosi. Così l’avventura nel Paradiso inizia e per Dante, ancor più dei regni precedenti, le tappe sono una sorpresa e un cambiamento continuo.
Da subito capisce e scrive che è difficile per lui trovare le parole che sappiano esprimere e raccontare quella miracolosa esperienza di bellezza: tutto nel Paradiso è armonia, luce tanto intensa da far fatica a guardare, velocità e gioia, amore e pace, ma soprattutto musica, canto e danza. Un’atmosfera totalmente contraria a quella vissuta con timore negli Inferi, dove tutto era buio, lamenti e grida e soprattutto immobilità ed eterno dolore: se lì dominava la paura, qui è lo stupore che avvolge e continuamente meraviglia Dante.
Si susseguono così i passaggi da un cielo all’altro. In ognuno una schiera di angeli diversa e nuovi beati lo accolgono, intonando inni e lodi a Dio, e presentandosi disposti in figure, che ricordano le grandi virtù che sono celebrate nel Paradiso.
Gli spiriti sono divisi in base al bene che più hanno testimoniato durante la loro vita: ecco quindi le anime che sono state attive per dare gloria di Dio, gli Spiriti che hanno amato fino in fondo Dio e gli altri, quelli che sono stati capaci di combattere per la fede, i beati che sono ricordati dagli uomini per la loro giustizia, quelli per la loro sapienza e coloro che hanno saputo nella loro esistenza terrena contemplare Dio.
Come era accaduto negli altri due regni, Dante incontra persone da lui conosciute, personaggi storici, uomini di chiesa e inoltre molti santi. Nel cielo di Marte parla infatti con un suo antenato, Cacciaguida, che gli rivela in una profezia il suo futuro e quello della sua città Firenze. Nel cielo delle Stelle fisse, in cui si trovano le anime trionfanti, che appaiono come infinite lampade accese, Dante vede Gesù attorniato da tutti i beati, che celebrano la sua vittoria sul male e Maria, la Madonna, accompagnata dagli apostoli: tre di loro, San Pietro, San Giacomo e San Giovanni si avvicinano a Dante e Beatrice per interrogarlo sulla fede, sulla speranza e sulla carità, prima di poter accedere alla visione di Dio.
Giunto all’ultimo cielo, Dante intravede un punto luminosissimo che non riesce a fissare, attorno al quale ruotano con velocità e splendore nove cerchi: Beatrice gli svela che quelli sono i cori angelici che danzano attorno a Dio.
Per spiegare i passaggi da un cielo all’altro, Dante inventa un nuovo verbo “transumanare”, che significa andare oltre le capacità umane: comprende che sta salendo, perché ad ogni passaggio la bellezza e la luce di Beatrice aumentano.
E così accade anche per l’ultimo passo, verso l’ultimo cielo, l’Empireo, dove Beatrice è sostituita da una nuova guida, San Bernardo, che mostra e spiega a Dante la visione di tutti i beati: ciascuno ha un proprio posto ed insieme formano un’enorme figura a forma di rosa candida e splendente. Mentre gli angeli volano cantando, Dante si stupisce ammirato: le anime del Paradiso hanno volti luminosi e pieni di gioia, trasmettono una profonda serenità.
San Bernardo lo invita a guardare nel centro, nel punto più rilucente della rosa, dove sta la Vergine Maria, alla quale il santo innalza una bellissima preghiera, per aiutare Dante stesso ed i beati ad avere la visione di Dio. Attraverso di lei Dante ha la visione di Dio, che il poeta prova a descrivere come una luce intensissima che si mostra in tre cerchi tra loro uniti ed in movimento, ma dichiara infine di non trovare le parole per descrivere, tanta è la bellezza.
Sa solo che è l’amore di Dio “che muove il sol, le stelle e l’universo intero” e si diffonde sulla Terra, raggiungendo ogni uomo.
Illustrazioni Cristina Pietta – Testi Luca Sighel
©Dialoghi Carmelitani, ANNO 22, NUMERO 1, Febbraio 2021