C’è viaggio e viaggio! 

E questo è forse uno dei viaggi più incredibili che mai siano stati realizzati. Il nostro protagonista è un certo Durante, ma tutti lo chiamano e lo conoscono con il suo diminutivo Dante… sì, proprio lui, Dante Alighieri, che nel più famoso dei suoi libri, la Divina Commedia, racconta non il viaggio per l’Italia o l’Europa, o l’esplorazione dell’America dall’oceano Atlantico al Pacifico, ma un cammino che lo conduce attraverso l’Inferno, il Purgatorio fino al Paradiso.

E proprio per questa storia, suddivisa in 100 capitoli ed in tre libri, Dante è denominato il Poeta con la P maiuscola, perché decise di narrare la sua avventura in versi di poesia, che si legano l’uno all’altro in rima; in questo tragitto così lungo incontra molte anime di persone conosciute e di personaggi storici, oltre ai guardiani dei tre mondi, che sono nell’aldilà.

Dietro ai diversi episodi, alle mille sorprese ed agli incontri che Dante fa durante il suo peregrinare, si nasconde il desiderio di spiegare come ciascun uomo, in fondo e nel profondo, cerca la felicità, anche se spesso gli può capitare di cadere in errori, di sbagliare: ma affidandosi a Dio è possibile ad ogni uomo vivere una vita piena di gioia e di amore.

Dante è accompagnato dal grande poeta latino Virgilio, che lui adorava e che considerava il suo maestro: egli diviene la sua guida per tutto l’Inferno e il Purgatorio, ma non nel Paradiso, dove non potrà salire. Lì Dante incontrerà Beatrice, una donna di cui si era innamorato, e che sarà al suo fianco nel Paradiso.

Per arrivare fino alla luce del cielo e all’incontro con Dio, il nostro protagonista comprende però che è necessario, prima, vedere il peggio del mondo, il male, per poi purificarsi, ripulirsi di ciò che è sporco e brutto e così salire alla visione del Bene.

Ma iniziamo con il primo capitolo di questa storia che Dante scrive così:

 

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita. 

 

Al principio Dante si ritrova quindi sperduto in un bosco oscuro e terribile, e per lui, triste, solo e scoraggiato, come talvolta accade nella vita, pare non vi sia una via d’uscita.

Quando intravede un colle e il sole e con fatica cerca di salirvi, la strada gli è interrotta da tre bestie feroci, che, minacciose, lo vogliono attaccare: un leone dal ruggito potente, una lince aggressiva e una lupa magrissima ed affamata. Dante sta per morire di spavento, ma in suo aiuto giunge Virgilio che lo rassicura e gli spiega che, per uscire da quella selva, dovranno affrontare un altro cammino, così lo conduce all’entrata dell’Inferno.

Carmelino-Dante-Cristina PiettaLeggendo la scritta sulla porta, Dante già trema ed entrando viene investito da un buio fitto, a cui con fatica gli occhi si abituano: si odono urla, lamenti e rumori strani ed ogni tanto lampi rossastri abbagliano la vista, anche se lo aiutano a intravedere gli enormi spazi del luogo, dove le anime, che hanno fatto del male, sono imprigionate.

Il racconto di Dante attraverso i gironi infernali è molto affascinante, incontra molti condannati, ascolta tanti racconti e conosce tanto dolore, perché l’Inferno è il luogo del pianto e della sofferenza di chi ha in qualche modo rifiutato Dio.

i strani ed ogni tanto lampi rossastri abbagliano la vista, anche se lo aiutano a intravedere gli enormi spazi del luogo, dove le anime, che hanno fatto del male, sono imprigionate.

L’Inferno è immaginato da Dante come un enorme cono diviso in cerchi, in ogni cerchio è punito un tipo di anime dannate. Ciò che più lo intimorisce, però, è che questo enorme buco venne creato dalla caduta dal cielo del diavolo Lucifero che si è conficcato nel profondo, al centro della terra, dove tutto è ghiaccio, perché il luogo più lontano da Dio è freddo e gelido come il cuore di chi fa il male.

L’inferno è attraversato da alcuni fiumi di lacrime che formano paludi e cascate e che poi finiscono nel fondo di questo pozzo, dove l’acqua diviene ghiaccio a causa dello sbattere continuo delle sei ali di Lucifero, che lì è bloccato per l’eternità. 

Nel loro cammino Dante e Virgilio incontrano anche situazioni molto pericolose e difficili, soprattutto quando si imbattono nei mostruosi guardiani infernali, che si accorgono che Dante è vivo e non vogliono farlo passare. Il saggio Virgilio riuscirà sempre a convincerli, ricordando che quel viaggio è voluto da Dio. 

Così i nostri due protagonisti devono essere trasportati da Caronte con gli occhi di fiamme, figlio della Notte e traghettatore infernale delle anime, poi assistono al giudizio di Minosse, il demonio che, ringhiando e avvolgendo attorno al suo corpo la sua enorme coda, indica alle anime il cerchio dove devono recarsi, infine incontrano anche Cerbero, il mostruoso cane a tre teste.

Ma forse il momento più drammatico accade quando Virgilio ed il suo discepolo arrivano davanti a Dite, la città dei demoni, dove più di mille diavoli si oppongono al loro passaggio. Le mura sono di ferro e rosse incandescenti di fuoco. Anche questa volta la guida Virgilio interviene, ma i demoni si chiudono nelle torri della città e serrano i portoni. All’improvviso un vento fortissimo arriva dall’alto ed un angelo con la sua luce inonda l’inferno; con un ramoscello spalanca le porte, facendo fuggire i diavoli impauriti, poi se ne va, così Dante ed il suo maestro possono proseguire.

Nei diversi cerchi attraversano deserti infuocati e inquietanti foreste, vedono terribili pene ed incontrano diavoli dai nomi minacciosi: Malacoda Scarmiglione, Cagnazzo, Barbariccia, Rubicante… che esercitano la crudeltà sulle anime, sono bugiardi ed imbroglioni e, ogni volta che Dante e Virgilio passano, osservano i due uomini con ghigni aggressivi e feroci, nulla però li distoglie dal torturare i condannati.

Il viaggio costringe Dante a riflettere sui vizi capitali e sui peccati, che impediscono all’uomo di raggiungere la felicità. Nelle diverse tappe del cammino è spinto a chiedersi che cosa sia l’amore per la persona amata, per i figli, per gli amici, per le proprie cose e per la propria città, cosa significhi credere in Dio, quali siano i pericoli della conoscenza, quali gli inganni in cui talvolta scivola la vita e il disonore che da essi viene. Il nostro Poeta deve ripensare anche alla propria vita e si deve confrontare con gravi peccati: l’istinto e l’incapacità di trattenersi, la violenza, l’inganno ed il tradimento.

Le emozioni, la paura e la fatica non lo abbandonano mai e sono talmente forti per il nostro amico Durante che spesso si rifugia accanto al suo maestro e talvolta sviene.

Dopo esser giunti ed aver visto Lucifero prigioniero, conficcato nel profondo e gelido pozzo degli Inferi, dimenticato da Dio e vittima della sua malvagità, Dante e Virgilio si calano lungo il suo corpo gigantesco e, seguendo un sentiero stretto ed un ruscello riescono ad uscire dall’altra parte della terra, dove rivedono la luce, il mare e le stelle… ma questa è un’altra storia. 

 

Illustrazioni Cristina Pietta – Testi Luca Sighel

 

©Dialoghi Carmelitani, ANNO 21, NUMERO 1, Giugno 2020