
Maria, la mamma di Gesù, sin dalla nascita di Betlemme, è stata amata e lodata per tutta la storia fino ad oggi: molti poeti l’hanno cantata e celebrata in poesie ed invocata in meravigliose preghiere, un numero infinito di pittori l’ha dipinta e altrettanti scultori l’hanno rappresentata. Un fiume di immagini e di parole accompagnano e mostrano il suo volto, le sue vesti, i momenti della sua vita, prima della nascita di Gesù e anche dopo la sua morte e resurrezione.
Maria, la Vergine Maria, è venerata in tutto il mondo, persino guardata con rispetto e venerazione dai musulmani.
La sua Grazia e la sua Purezza attraversano i secoli e hanno accompagnato e consolato l’umanità in migliaia di immagini, che costellano come astri tutti i luoghi a lei dedicati.
E, se ci pensi, sicuramente conosci una chiesa, un santuario o semplicemente un paese o un quartiere, dove il nome di S. Maria sta a ricordare la sua protezione e la sua bontà.
Forse però, le parole più belle le ha scritte proprio Dante Alighieri, alla fine del suo poema in versi: la Commedia.
Maria è protagonista del viaggio di Dante nei regni dell’Oltretomba; anche se maggior spazio è dedicato a Virgilio e Beatrice, che sono le guide di Dante attraverso il buio Inferno, il Purgatorio ventoso e il Paradiso rilucente; ma fondamentale è il ruolo di Maria, che appare all’inizio ed alla fine del cammino. Virgilio infatti rivela al suo discepolo Dante che è una “donna gentile dal cielo”, la Vergine, che lo ha inviato come guida tramite Beatrice per salvarlo nella selva boscosa ed oscura. Nell’Inferno non viene mai ricordato il suo nome, non può neppure essere nominata, nel Purgatorio Maria appare, anche se in modo discreto, nelle invocazioni e nei canti dei penitenti e negli esempi delle virtù a loro mostrati.
Ma è nel Paradiso che la presenza di Maria è costante e, verso la fine del viaggio, quando Dante sta per giungere alla visione di Dio, S. Bernardo, sua guida nell’ultimo tratto, gli mostra tutti i Santi disposti a forma di rosa attorno a Maria e per lei recita un inno con queste parole:
“O Vergine Madre, tu sei figlia di Dio e, nello stesso tempo, madre di Dio, in Gesù divenuto tuo figlio.
Sei la più umile e la più preziosa di tutte le creature, il traguardo voluto attraverso i secoli dalla Sapienza divina.
Tu hai innalzato e reso così nobile la natura umana che il tuo Creatore ha deciso di diventare tua creatura nel bimbo Gesù.
Nel tuo grembo si è riacceso il fuoco dell’amore tra Dio e l’uomo, grazie al cui ardore nella pace eterna è germogliata rosa celeste dei beati.
Qui per noi beati tu sei una fiaccola lucente di carità e sulla Terra, fra i mortali, sei una viva fonte di speranza.
Tu sei donna così grande e hai così immenso valore che, se uno vuole una grazia e non viene da te, è come se volesse volare senza le ali.
La tua bontà ed il tuo amore non solo rispondono a chi domanda, ma molte volte anticipa la sua richiesta. In te vi sono misericordia, pietà, generosità, in te si raccolgono tutte le virtù che possono esservi in una creatura.
Ora Dante, che dal profondo dell’Inferno fino a qui ha visto la vita e la condizione di tutte le anime dopo la morte, supplica che tu gli conceda, per tua grazia, quella virtù sufficiente, perché possa sollevarsi più in alto, verso l’ultima salvezza e guardare Dio.
E io desidero ardentemente per lui questa visione più di quanto la desideri per me.
Ti porgo tutte le mie preghiere e prego che siano sufficienti, perchè tu dissolva in lui ogni velo di mortalità con le tue preghiere a Dio, cosicché gli venga mostrata la suprema beatitudine.
Ti prego inoltre, o Regina che puoi ottenere tutto ciò che vuoi, che tu conservi intatti i suoi sensi dopo una simile visione.
La tua custodia vinca i suoi sentimenti umani”.
E mentre anche gli altri beati insieme giungono le mani rivolgendosi a lei, Dante ascolta rapito queste parole del Santo, ma è ancor più stupefatto della visione che ha davanti: la luce, l’armonia crescono e lo sguardo che si rivolge all’alto viene rapito da quel che accade.
Dante può finalmente attraverso Maria, la Madonna, la madre di Gesù, avvicinarsi a Dio, o come sin dai tempi antichi sono soliti dire in latino i cristiani “PER MARIAM”: grazie a Maria, attraverso Maria, come se lei fosse una strada che conduce al Mistero di Dio. Sempre la sua purezza e la sua figura sono state viste come una strada per avvicinarsi a Dio ed a Gesù.
Puoi anche tu camminare come Dante, iniziando da due semplici parole, che conosci:
AVE MARIA…
Illustrazioni Cristina Pietta – Testi Luca Sighel
©Dialoghi Carmelitani, ANNO 22, NUMERO 2, Giugno 2021