È stata tanta l’incertezza ma alla fine sì, gli Esercizi siamo riusciti a farli. Forse nel panorama ecclesiale il nostro Movimento è stato uno dei pochi che ha creduto alla necessità di ritornare a “celebrare” in presenza momenti così importanti. Indubbiamente la pandemia ha reso più complicata tutta la fase organizzativa e ha influenzato anche la partecipazione di tanti. Così, quelli che avrebbero dovuto essere Esercizi internazionali, per cause legate al Covid, sono diventati Esercizi decentrati, che le nostre comunità hanno vissuto in momenti diversi, divise idealmente in due aree geografiche, la Sicilia per il Centro-Sud, Lignano per il Nord, ma unite nello spirito e nella comunione ecclesiale. Stabiliti luogo e data – dal 23 al 25 aprile a Terrasini (PA) – la macchina organizzativa si è messa subito in azione. A dire il vero, anche se gli Esercizi sono durati tre giorni, dietro c’è stato un lavoro di ore, settimane e mesi. C’è un “dietro le quinte” faticoso, ma allo stesso tempo meraviglioso e ricco di tanta opportunità di crescita umana e spirituale. Tutto il lavoro è stato esso stesso un prolungamento pratico della Scuola di Cristianesimo, dove abbiamo imparato a sapere operare insieme agli altri come veri fratelli, animati dall’unico intento di far trasparire Cristo in ciò che si stava realizzando, prima che noi stessi, forti dell’essere persone in comunione.




Ci siamo mossi con la certezza che se tutto il lavoro da compiere non ci avesse trasfigurati e cambiati non avrebbe avuto senso farlo. Sarebbe stato un lavoro piccolo, l’organizzazione di un buon evento e basta. Invece no, fin da subito abbiamo avuto chiaro che tutto il tempo e lo spazio, che dovevamo donare per la realizzazione degli Esercizi doveva servirci per stare intimamente più vicini a Gesù, per crescere in fratellanza, in capacità missionaria, in comunione, come Comunità, come Movimento e come cristiani.
Gli Esercizi sono stati pensati affinché tutte le comunità e tutti i partecipanti potessero sentirsi “protagonisti” e non spettatori. Per creare questo spirito comunionale e aggregativo abbiamo formato da subito un’équipe formata da 40 membri, composta da chi praticamente doveva operare in loco e da tutti i responsabili di comunità, questi ultimi chiamati a loro volta a coinvolgere ogni singolo membro delle loro comunità. I mezzi tecnologici ci hanno dato una mano: tramite WhatsApp chi si trovava lontano da Palermo ha avuto modo di sentirsi in comunione “dentro” l’organizzazione, di partecipare concretamente e attivamente. Tutti erano informati di tutto. Indubbiamente, il primo passo è stato quello di suddividere i compiti all’interno dell’équipe, attribuendo ai componenti mansioni specifiche (staff tecnico, scenografia, educatori materne ed elementare, educatori studenti ed universitari, responsabile ospiti, liturgia, coro, segreteria, libreria, testi e grafica, servizio di accoglienza, etc.), per non chiudersi nel proprio piccolo orticello, ma per condividere e coinvolgere altri, cercando di mettere in movimento più gente possibile. Alla fine sono state circa un centinaio le persone coinvolte.
Il passo successivo è stato quello di trovare un luogo dove realizzare i nostri Esercizi e se è vero quello che ci siamo sempre detti, che la bellezza è capace di salvare il mondo, dovevamo trovare un ambiente degno di questa bellezza. Alla Sicilia non mancano paesaggi mozzafiato. Per questa ragione, ancora una volta, abbiamo scelto la collaudata struttura alberghiera di Città del Mare, un posto incantevole con vista diretta sul mare, incastonato all’interno della tipica e suggestiva vegetazione della macchia mediterranea. Una “scenografia” naturale che da sola è già in grado di predisporre l’anima alla dimensione dell’ascolto e della meditazione, una sorta di paradiso sulla terra.
I passi successivi sono stati mossi per la realizzazione della scenografia. Per questo lavoro ci siamo avvalsi della collaborazione di Calogero Zuppardo, amico e artista palermitano che ha saputo trovare con la sua “opera scenografica” la giusta sintesi per rappresentare il tema degli Esercizi, con lo sguardo proiettato alla storia contemporanea. Calogero si è ispirato alle vetrate della cattedrale di Simone e Cleofa che si trova ad Emmaus, riproducendole ed incastonandole dentro un paesaggio dallo sfondo giallo, “abitato” da uomini donne e bambini che, a due a due, consapevoli o inconsapevoli, stanno facendo, a loro modo, un viaggio verso Emmaus. Le immagini di questi uomini, di queste donne e di questi bambini, ci hanno posto nel cuore del dramma dell’Ucraina. Sono i profughi che fuggono, che cercano la salvezza e senza immaginarlo sono in cammino verso la speranza.
Ogni passaggio è stato compiuto e pensato per lasciarci docilmente guidare dallo Spirito Santo. A Lui abbiamo chiesto un aiuto per quanto riguardava la scelta dei momenti culturali che hanno animato le serate del 23 e del 24 aprile: come dono sono giunte così le testimonianze delle amiche della Beata Sandra Sabbattini, Giuseppina Santamato e Reginella Piscaglia, e quella dell’attore Totò Cascio, protagonista del film Nuovo Cinema Paradiso. Semplici e intense testimonianze, guidate con cura e grande professionalità dalle interessanti e profonde domande poste da Michelangelo Nasca. Questi semplici racconti di vita, ancora una volta, ci hanno ricordato che la santità non è per i supereroi, ma è fatta per la gente comune, per chi prende sul serio l’amore per la vita, per sé stessi e per Dio, per chi responsabilmente vuole vivere pienamente il proprio cammino.
Più erano vicine le date degli Esercizi più saliva la trepidazione e la gioia. I mesi di febbraio, marzo e aprile sono stati ricchi di incontri, di problemi da risolvere, di novità che si palesavano come funghi, ma la percezione era quella della gioia. Come in un alveare c’era un ronzio di vita e di movimento. Ognuno, con il proprio compito e con la sua piccola responsabilità, si accordava per dare vita a un’orchestra che voleva suonare una musica divina. E la realtà non ha deluso le aspettative. In ogni cosa che c’era da fare ci interessava aiutare Gesù a potere stare cuore a cuore con ogni partecipante. Il programma è stato pensato per dare spazio e tempo alle profonde e profetiche meditazioni di P. Antonio. Ma non solo questo. Desideravamo un programma che potesse aiutarci a mettere solamente Gesù al centro di quei giorni e nient’altro. Le prediche di P. Paolo e P. Damiano durante la celebrazione della Messa, l’adorazione eucaristica presieduta da P. Renato Dell’Acqua, con i testi preparati da Elda Bentley, attuale responsabile del Carmelo del Mondo, i canti e la musica, indubbiamente hanno donato un dinamismo in più.
Non potevamo vivere gli Esercizi senza avere un’attenzione particolare al dramma della guerra che si sta consumando in Ucraina. Grazie alla collaborazione del nostro Presidente Gabriele Tomasoni e della moglie Laura – che paternamente ci hanno custodito con la loro presenza – abbiamo realizzato un collegamento con Luisa, volontaria del nostro Movimento che si trova in Romania per dare il suo contributo ai profughi ucraini. Insieme a lei si sono collegate anche alcune donne ucraine e altri volontari ed è stato davvero un momento di grande solidarietà umana.
Ma la nostra gioia è stata ancora più grande quando abbiamo saputo che anche il Generale dell’ordine dei carmelitani, Padre Miguel Marquez Calle si sarebbe collegato. Oltre a manifestarci la sua stima e tessere parole di lode, ci ha anche raccontato del viaggio che aveva appena fatto in Ucraina. Possiamo dire che questo è stato davvero un importante momento storico: sentire il Generale ringraziare il nostro Movimento per l’aiuto profuso verso i profughi ucraini ci ha fatto percepire quel respiro più grande di Chiesa che va oltre i limiti di appartenenze stereotipate.
Nel lavoro di quei giorni non possiamo dimenticare i più giovani, i nostri figli, soprattutto i più piccoli, seguiti amorevolmente da educatori che hanno messo tutta l’anima, l’amore e la passione possibile. È stata davvero una grandissima emozione vedere i bambini portare alla messa conclusiva del 25 aprile i loro lavori e sentirli spiegarne il significato. In essi vive la speranza di un mondo nuovo che può davvero realizzarsi.
A conclusione dovremmo elencare uno ad uno i tanti nomi di chi ha partecipato alla realizzazione degli Esercizi, di chi ha pagato per lavorare donando i propri Esercizi agli altri per un amore più grande. Rimarranno anonimi, ma non importa. Di certo non lo saranno nel cuore di Gesù e per coloro che nel cammino degli Esercizi hanno visto, hanno sentito e hanno creduto.
Carmelo Carollo
©Dialoghi Carmelitani, ANNO 23, NUMERO 2, Giugno 2022