EDITORIALE – IL MISTERO DELLA SOFFERENZA

Mentre ci accingiamo a mandare in stampa questo numero della rivista, i nostri occhi e i nostri pensieri sono fissi sulla tragedia di Cutro e sul conto dei cadaveri che il mare continua a restituire, pare, senza sosta. Ma è passato solo poco più di un mese dal terribile terremoto in Turchia e Siria, che ha seminato morte (il bilancio non è ancora definitivo) e una distruzione che graverà per molto tempo su questi popoli.

Questi fatti, come molti altri che magari non riempiono le prime pagine dei media, ci lasciano senza parole per l’incommensurabile sofferenza che viene disseminata e lasciata nelle vite e nella storia delle persone: l’Unicef stima che in Turchia oltre 5.000 bambini siano rimasti orfani. Questa sofferenza così gratuita, innocente, insensata, non ci dà pace, e va ad appesantire anche quella sofferenza personale che viviamo nella nostra vita.

Come ci raggiunge la sofferenza? Talvolta lentamente, goccia dopo goccia, quasi impercettibilmente, riempiendo come un liquido ogni spazio (Euripide scriveva che il dolore è liquido) o d’improvviso, totalmente inaspettata e ci trapassa come una freccia. Talvolta è tagliente, talaltra intride i nostri pensieri, lo sguardo e le giornate ed ogni parte di noi, ci assorbe come succede a un terreno che diviene troppo pieno d’acqua, ci fa affogare, oppure è arida come la siccità, asciuga ed inaridisce ogni cosa, ci toglie il respiro e le lacrime.

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La sofferenza ha vari volti: quello attonito quando nasce da una violenza e da un male arrecato senza motivazione, quello silente e opaco delle sofferenze psicologiche, che attanagliano e bloccano molti ragazzi del nostro tempo, quello urlato e disperato di realtà bisognose e senza speranza o ancora quello che cerca angosciosamente un senso ad una malattia che rischia di strapparci la persona più cara.

Il tema della sofferenza ha interrogato gli uomini nella storia del pensiero e della letteratura, alla ricerca di un modo, se non di eluderlo, di interpretarlo e di esorcizzarlo: in particolare la poesia, attraverso varie forme di memoria, lamento, consolazione, si è presa il compito di dare voce al dolore e alla sofferenza umana nelle sue diverse forme.

Troviamo nelle parole di Eugenio Montale la ricerca di un eroico atto di resilienza rispetto ad un esistere che è “male di vivere”, una posizione etica dolente che si sforza e, come estrema ratio, prefigura ed immagina la possibilità di un imprevisto che possa essere un miracolo: «Vedi, in questi silenzi in cui le cose/  s’abbandonano e sembrano vicine/ a tradire il loro ultimo segreto,/ talora ci si aspetta /di scoprire uno sbaglio di Natura,/ il punto morto del mondo, l’anello che non tiene,/ il filo da disbrogliare che finalmente ci metta/ nel mezzo di una verità. Lo sguardo fruga d’intorno,/ la mente indaga accorda disunisce/ nel profumo che dilaga/ quando il giorno più languisce./ Sono i silenzi in cui si vede/ in ogni ombra umana che si allontana/ qualche disturbata Divinità».

Certamente la sofferenza costringe a rivalutare le situazioni, a rimettere in fila le priorità del proprio vivere, ma innanzitutto pone in profondità il tema del significato del mondo e del senso della propria esistenza, apre ad uno sguardo trascendente che non si arrende al “è tutto qui”.

E Paul Celan — poeta dichiaratamente ateo, che vide morire in un lager nazista tutta la sua famiglia e, unico sopravvissuto, chiuderà la sua vita gettandosi nella Senna nel 1970 —, in un terribile e disperato inno intitolato Salmo, alza il grido di un’umanità sofferente che guarda verso l’alto, ma senza speranza: «Lodato sii, Nessuno./ Per amor tuo/ noi fioriamo,/ a tuo dispetto./ Noi eravamo, noi siamo nulla,/ e continueremo ad esserlo fiorendo./ La rosa del Niente,/ la rosa di Nessuno./ Eppure fioriremo con il nostro pistillo che ha lo stesso chiarore dell’anima,/ il nostro filamento che ha la stessa immensità del cielo».

La sofferenza è un mistero che può condurre alla disperazione, alla rassegnazione o può aprire ad un’esperienza di amore, perché il soffrire umano chiede e supplica amore. È insito nella persona che soffre un bisogno in più e una richiesta di amore. 

Allora forse, come scrisse nella Spe Salvi Benedetto XVI, non è lo scansare la sofferenza, la fuga davanti al dolore, che guarisce l’uomo, ma la sua capacità di accettarla ed in essa maturare. Per il cristiano è un cammino, certamente duro, di speranza, per trovare senso mediante l’unione con Cristo che ha sofferto con infinito amore. La fede cristiana ci dice che Dio stesso si è fatto uomo per poter com–patire con gli uomini, in modo reale, in carne e sangue, come il periodo quaresimale ci mostra nel racconto della Passione di Gesù.

Resta tutto l’imperscrutabile mistero del destino di ciascuno e tutto il peso e la fatica della costruzione di un senso della sofferenza nei passaggi stretti e difficili della vita.

Chiamato a dipingere la sofferenza di Cristo durante la sua Passione, Caravaggio rappresenta in un quadro del 1608 che si trova a Napoli, intitolato Cristo alla colonna, l’istante prima che si scagli su Gesù tutta la violenza e la brutalità dei suoi aguzzini. È già coronato di spine ed i tre personaggi che lo accerchiano, protagonisti con Lui del fotogramma come in un fermo immagine, si stanno preparando: uno lo stringe con le corde facendo leva con il piede su una sua gamba, un altro sta preparando un secondo flagello, mentre l’ultimo lo tiene per i capelli insanguinati e ha già caricato il braccio destro per percuoterlo e non sbagliare il colpo.

Tutto è fermo ed in attesa. Gesù, che aveva fatto vedere i ciechi e risuscitato i morti e che con un gesto minimo della sua mano avrebbe potuto sottrarsi, invece reclina il capo e socchiude gli occhi, accettando la sofferenza e prefigurando la morte in croce: il suo corpo bello ed intatto è luminoso e diffonde luce a tutta la scena. Cristo accetta il martirio per amore e per la salvezza di quegli stessi uomini che lo faranno soffrire. Incredibile Mistero della sofferenza e della nostra Salvezza.

SOMMARIO

IL DOLORE CHE SALVA P. A. M. Sicari ocd

TEMA: IL MISTERO DELLA SOFFERENZA

LA MIA VITA GRIDATA A TE. Giobbe: la sofferenza innocente e il mistero di Dio P. F. Silvestri

È POSSIBILE AMARE SENZA SOFFRIRE? Dolore e sofferenza nella condizione umana A. Musio

CONDIVIDERE IL DOLORE DI DIO. La vocazione carmelitana di Edith Stein A. Bellingreri

BAMBINI, DOLORE, SOFFERENZE: OLTRE LO SCANDALO. Confidenze di un chirurgo pediatra D. Alberti

ADOLESCENZE SOFFERENTI… Perchè ogni adolescente è Unico M. C. Ferretti

«DOVE POTRÒ RESTARE SOLO CON QUESTI MIEI MALI?» Dalla cultura antica una lezione per il nostro tempo L. Sighel

ATTUALITÀ

UN UNICO SGUARDO, DA ROMA AI CONFINI DEL CUORE.  Intervista al Prof. Andrea Monda, Direttore dell’Osservatore Romano a cura di P. F. Silvestri

TESTIMONIARE CRISTO. Intervista a Sua Eminenza Cardinal Robert Sarah a cura di Luca Sighel

SCAVANDO A MANI NUDE TRA LE MACERIE. Il dopo terremoto in Siria e Turchia M. Gelmini

L’UNIVERSITÀ UCRAINA IN TEMPO DI GUERRA. Intervista alla professoressa Viktoriia Vdovychenko a cura di P. G. Zanoletti

È PASSATO UN ANNO O. Bilenciuk

IL MEC OMPIE 30 ANNI!

PAROLA DI DIO

CARITÀ

IL METODO RONDINE. L’opportunità del cambiamento per costruire la pace R. Ribbene

MUSICA

HO TANTA VOGLIA DI VIVERE. Intervista a Giacomo Laricca a cura di R. Barone

ARTE

LA VIA CRUCIS DI MARCELLO MONDAZZI: CORPO E SPIRITO. Dialoghi tra arte contemporanea e cristianesimo E. Faustini

CINEMA

THE CHOOSEN (GLI ELETTI) S. Giorgi

PUNTO MISSIONE

PIANTARE SEMI DI SPERANZA NEL MONDO. Intervista a Ivana Borsotto, Presidente FOCSIV a cura di T. Salata e B. Bertazzoli

ULTIMA PAGINA L. Tomasini