Scritto da Cosetta Zanotti, illustrazioni di Antongionata Ferrari, Ed. Lapis

(Recensione di Rossana Colli, pedagogista, scrittrice ed esperta di letteratura per l’infanzia)

Un miracolo comune:

l’accadere di molti miracoli comuni.

(…)

Un miracolo fra tanti:

una piccola nuvola svolazzante,

e riesce a nascondere una grande pesante

luna.

(…)

Un miracolo, basta guardarsi intorno:

il mondo onnipresente.

(…)

(Wislawa Szymborska, La gioia di scrivere)

 

La capacità di vedere i “molti miracoli comuni” è spesso attribuita ai poeti, agli scrittori, ai filosofi e agli artisti. Persone che anche da “grandi” continuano a coltivare “uno sguardo bambino”, da “occhi spalanchiusi”, capaci di stupirsi di fronte alle più piccole cose e coglierne la magia. C’è tuttavia una fase, un attimo nella vita di ogni uomo in cui questo sguardo stupito e sognante gli appartiene, indipendentemente dal luogo di provenienza, dal credo religioso o dal colore della pelle. È questo il periodo della prima infanzia, quell’età che va dalla nascita ai sei/sette anni in cui il bambino è intimamente collegato con il mondo. Il bambino di questa età può essere paragonato ad un delicato cristallo di roccia, attraversato/compenetrato da tutto ciò che aleggia nel suo ambiente (le emozioni, i pensieri, le parole non dette che risuonano in lui e in lui si riflettono). Per questo motivo è importantissimo che l’adulto porti incontro al bambino un “mondo buono” fatto di spazi, di tempi ritmati sui suoi bisogni, di gesti di cura e di affetto ma anche di parole e di emozioni rasserenanti. In questo mondo il bambino rimane “sognante” e si muove nel suo ambiente nel modo che gli è più congeniale: con meraviglia e con fi ducia infinita osserva, tocca, assaggia, imita tutto quello che lo circonda, perché per lui tutto è nuovo, interessante da scoprire. Per l’adulto (genitore o educatore che sia) capace di parlare e pensare per immagini si apre un periodo altrettanto magico: la possibilità di ritrovare in se stesso quello sguardo capace di stupore (ma non ingenuo) e di condividerlo con il bambino attraverso una passeggiata nella natura, la preparazione di una torta o di una pizza, la lettura di una storia o di una fiaba. Un attimo prima di Cosetta Zanotti, appena pubblicato dalla casa editrice Lapis, con le illustrazioni di Antongionata Ferrari, registra, come in un’istantanea fotografi ca, una serie di piccoli “grandi” attimi, di passaggi–chiave della prima infanzia.

Sfogliare questo albo illustrato è un po’ come aprire un album prezioso dove “certi ricordi si fissano in modo

indelebile” grazie alle parole del testo, piene di tracce e impronte di calore, che evocano immagini belle che invitano al sorriso.

Anche le illustrazioni di Antongionata Ferrari si legano bene alla storia di Cosetta Zanotti perché utilizzano registri diversi, dal tono umoristico a quello più introspettivo e poetico.

Molto bello anche il font utilizzato, una scrittura a mano che si ripete sempre nuova e identica al tempo stesso, facendo l’occhiolino ora al testo, ora alle illustrazioni. Il binomio Zanotti–Ferrari ritrova qui quella felice esplosione di colori e di emozioni presente nel precedente bellissimo albo illustrato Io fuori, io dentro (Lapis, 2005) giunto ora alla seconda ristampa, ma anche la freschezza e il tono scanzonato e umoristico del libro Giro ghirotondo e altre storie ortografiche (Erickson, 2013).

Da leggere a tutti i bambini dai 4 anni in su e suggerito a tutti quei grandi che, come scrive Lina Schwarz, «guardando bene le piccole cose, trovano le grandi, le meravigliose».

©Dialoghi Carmelitani, ANNO 17, NUMERO 1, Marzo 2016