SPECIALE GMG 2023

Lisbona

La Croce è il senso più grande dell’amore più grande, l’amore con il quale Gesù vuole abbracciare la nostra vita. La nostra? Sì, la tua, la tua, la tua, quella di ciascuno di noi. Gesù cammina per me.

Gesù vuole colmare la nostra paura, la tua paura, la mia paura, quelle paure oscure vuole colmarle con la sua consolazione. 

Bisogna correre il rischio di amare. 

 

Via Crucis con i giovani, discorso del Santo Padre, “Parque Eduardo VII” (Lisbona), Venerdì, 4 agosto 2023

Pietro Giacomo Zanoletti


 

Materassini, salsedine e un manto bianco

Spesso alcuni segnali fanno intuire che un’esperienza ha preso la piega giusta, che si rivelerà qualcosa di gustoso e affascinante. Lo si capisce, ad esempio, quando sembra che il tempo voli, quando dieci giorni scorrono rapidi. Oppure accade quando una compagnia molto grande (nel nostro caso ottantacinque persone tra studenti, universitari e Padri) sembra rimpicciolirsi, e ti ritrovi a parlare quasi con tutti, a conoscere chi non conoscevi e a scoprire di più coloro dei quali già sapevi il nome. Anche questo è accaduto per noi, a Lisbona, durante la Giornata Mondiale della Gioventù 2023. 

Sono più o meno 5390 i chilometri di asfalto che abbiamo divorato durante il nostro viaggio, ma la cifra dice ancora poco su quanto abbiamo vissuto. Dalla partenza, nel parcheggio completamente buio del Santuario di Adro, ci siamo mossi verso quattro tappe principali: la prima è stata Barcellona, punto di sosta che ci ha accolti con le luci della Rambla, la visita alla Sagrada Familia e la Messa nella sua cripta, il bagno al mare e i pasti a base di paella (tutto per prepararci alle fatiche a venire). Il nostro campo base era invece in Portogallo, nel paese di Óbidos, dove dei volontari sfacciatamente gentili si sono presi cura di noi e dei nostri alloggi, con un’attenzione che aveva un sapore a metà tra quello di una famiglia e di un gruppo di amici; lì abbiamo anche svolto una catechesi con un gruppo francescano e di San Marino. Più d’una sono state le puntate a Lisbona, cuore pulsante della GMG, tutte accompagnate da cortei con bandiere, saluti agli altri pellegrini (e ce n’erano migliaia) e cori. Tra le tappe più forti vi è stata forse quella di Fatima, per qualcuno preceduta dalla lettura in furgone del Ritratto di Santi sulla pastorella Lucia. L’arrivo sul luogo dell’apparizione, la Messa nella basilica nuova e la visita alla basilica vecchia sono stati vissuti con fede e affidamento, sempre nel clima di festa che la GMG portava ovunque con sé; a seguire c’è stata la gita fino all’oceano, con bagno nella baia (ma solo per i più calorosi). Per noi il primo tra gli incontri con Papa Francesco è stato la Via Crucis, al Parque Eduardo VII, dove chi viveva queste Giornate per la prima volta ha cominciato a capire cosa significasse che il mondo era accorso a Lisbona. Evento centrale del viaggio è stata però la Veglia, al Campo da Graça.

Abbiamo visto di più

Con un po’ di dispiacere e tanta fierezza nella voce possiamo dire che chi è rimasto a casa non ha vissuto davvero la Veglia. Non importa che abbia seguito tutto dall’inizio alla fine, sfruttando riprese in alta definizione via drone, via elicottero, con primi piani sul volto del Papa e commenti fuoricampo sulla struttura del palco. Noi abbiamo davvero vissuto la Veglia, anche se eravamo in un settore dove otto tir coprivano il megaschermo messo lì a nostro uso, anche se la voce del Papa si mischiava a quella, in ritardo, delle traduzioni provenienti dai nostri cellulari, spesso tramite cuffie condivise con un amico. Anche se l’abbiamo dovuta guardare dal cellulare collegandoci a TV2000 o Youtube. Nonostante ciò, noi abbiamo vissuto davvero l’esperienza al Campo da Graça. Perché, con uno scorcio privilegiato, abbiamo visto per ore e ore il fiume ininterrotto di persone che accorrevano a questo momento. Perché abbiamo guardato sventolare bandiere note e ignote, grandi o gigantesche. Perché abbiamo osservato volti nuovi, provando a comunicare con sconosciuti stanchi e sorridenti per scambiare una matita con una spilla. Perché abbiamo udito il silenzio, non totale ma quasi, di un milione e mezzo di giovani al momento dell’Adorazione Eucaristica, in preghiera sulla polvere, mentre i sassolini del nostro settore ci torturavano le ginocchia. Perché camminando la notte abbiamo visto, in mezzo alla gente che danzava, dormiva o parlava, alcuni gazebo, con sotto grandi scatoloni grigi, due candele ai lati e un vasetto di fiori, e, attorno, persone in piedi o inginocchiate in preghiera silenziosa: era la sede delle particole già consacrate per il giorno seguente. 

Ed ecco sorgere allora lì, davanti a noi, un’immagine vivida di ciò che la Chiesa è: non un gruppo di persone devote riunitesi assieme, ma un grande campo, che accoglie tutti, dai santi a chi è lì per curare la propria abbronzatura, o quasi per caso. Un campo che accoglie tutti, uomini in cammino, distratti o meno, senza preoccuparsi di dove ciascuno è nella propria vita di fede, ma di dove può arrivare, della corona che può ottenere alla fine, nonostante cadute e incoerenze. Un campo che accoglie con gioia e pazienza, senza scandalizzarsi e sempre additando a un milione e mezzo di giovani quella che Carlo Acutis chiamava “l’autostrada per il cielo”, che era là, sul palco: un pezzo di pane.

Dono e chiamata

Un’esperienza così non può restare confinata in un angolo della memoria, semplice rifugio nei momenti di difficoltà. Deve essere custodita e ricordata affinché porti frutti nel futuro, si spera a partire dal primo momento che si passa a casa, ma in realtà (l’esperienza mi ha insegnato) per ciascuno secondo i propri tempi e il piano di Dio. E come può la GMG aiutare la vita del nostro Movimento? Lo ha fatto mostrandoci esempi positivi per quelle questioni che ci interrogano più volte durante l’anno. La GMG ci ha donato un momento di unione tra studenti e universitari, ad esempio, un contatto (a volte nato anche solo da un sorriso o una battuta) seme di amicizia, che può e deve esserci anche in condizioni più ordinarie. Ci ha mostrato ragazzi accesi di fronte alla vita, chiarendo che la realtà nei suoi vari aspetti (che siano le vetrate della Sagrada Familia, l’omelia del Papa o i cori in metropolitana) può risvegliare un giovane, basta che qualcuno lo aiuti ad accorgersi di ciò che ha davanti. 

Ci ha permesso di conoscere o riaccogliere chi non fa parte del Movimento, chiedendoci quell’apertura e quella spinta missionaria che dobbiamo assolutamente coltivare. Ci ha infine messi di fronte, in modo rapido, a realtà ecclesiali diverse dalla nostra (tra le altre quella dei frati minori che dormivano con noi, a Óbidos), delle quali possiamo osservare senza paura uno stile nuovo, riconoscendo così anche i punti di forza che ci contraddistinguono. 

Non ci resta che ringraziare chi ha reso possibile tutto questo, e custodirlo.

 

Padre Samuele Donà


 

Lisbona, alba di domenica 6 agosto. 

Silenzio, un mare umano immerso nel sonno. Un fiume di sacerdoti si dirige tranquillo verso il grande altare. Il grande fiume dorme anche lui, e sogna di diventare oceano, mentre il sole si specchia tuffandosi in rosso e viola.

Nella penombra i sacerdoti prendono posto, e inizia ad accadere una festa di incontri: “Anche tu qui! Che bello vederti! Dove siete? Come siete arrivati? Ma sai che ho visto anche Tizio?”. Intanto il sole si è alzato dal letto del fiume, e accarezza i volti assonnati del Campo di Grazia. Comincia la musica, segno che il grande evento si sta preparando. I ragazzi ballano. I vescovi, perplessi, nel dubbio fanno un selfie.

La festa è pronta, qualcosa di unico sta per accadere. Così sarà, io penso, il paradiso: una festa di gente che non ti aspettavi. Una meraviglia colorata che si sveglia e balla e si abbraccia. Un incontro inatteso: “Che bello che ci sei! Raccontami che hai fatto fin qui!”. Qualcuno che, tra la folla, ti chiama per nome. Non ti ricordavi di lui, e ora eccovi qua, insieme. La sensazione di esserci tutti. La soddisfazione di aver lavorato, anche faticato, per arrivare qui, e ora non c’è più niente da fare se non lasciarsi portare. La gratitudine per chi ti ha aiutato ad arrivare dove sei. 

E poi, lo stupore per la differenza: di colori, di lingue, anche di stili ecclesiali. Il sacerdote che sembra uscito da un film sulla Francia dell’ancien régime e quello delle favelas. I neocatecumenali coi tamburi, le parrocchie, e poi lì in mezzo una piccola macchiolina carmelitana, che prova a essere l’amore nel cuore della Chiesa. Eppure tutti sono qui, e sono qui in nome dello stesso Cristo e come membra (diverse) del Suo corpo.

Forse, la vera scoperta di questo anticipo di paradiso è proprio questa: non è possibile vivere la fede da soli. Non esiste Cristo senza Chiesa, e non esiste alcuna reale comunione senza Cristo in mezzo. Questa scoperta è la presa d’atto di quanto la nostra vita sia un tessuto di relazioni, quelle che ci hanno portati qui: da chi mi ha generato alla vita, alla fede, passando per chi si è preso cura di me e della mia formazione, a chi mi guida autorevolmente come incaricato di Cristo; da chi con la sua generosità ha contribuito perché il prezzo di questa esperienza fosse abbordabile, a chi ha lavorato per organizzare dietro le quinte senza volere alcun riconoscimento. Dal primo all’ultimo dei fratelli e sorelle, io sono qui per tutto questo tessuto di relazioni… E se ciò è vero, in questo momento e dalle relazioni che qui sono nate, si costruisce il futuro che verrà – si costruisce il movimento che verrà. Stay tuned.

 

La gioia è missionaria! 

Nella vita, nulla è gratis, tutto si paga. Solo una cosa è gratis: l’amore di Gesù! guardiamo alle nostre radici e andiamo avanti, senza paura. Non abbiate paura.

 

Veglia con i giovani. Discorso del Santo Padre, “Parque Tejo” (Lisbona), Sabato, 5 agosto 2023

 

Elisa Ajovalasit


 

Siete mai entrati nella Sagrada Familia? 

Una volta alzato lo sguardo all’interno della Basilica, non riuscirete più a riportarlo a terra. Tutta la vostra attenzione sarà destinata a quel capolavoro architettonico, alle colonne slanciate come alberi in un bosco fitto di luci e colori che si rincorrono sulle pareti, grazie al sole che illumina le grandi vetrate.

Una volta entrati, vi sentirete minuscoli, piccoli, quanto un granello di sabbia che tenta di comprendere la bellezza davanti alla quale è stato messo, cercando di catturarne quanti più dettagli possibili, dal marmo che si piega come stoffa, alle statue spigolose presenti all’esterno. 

Riempirsi gli occhi di tale meraviglia è stato fondamentale per poter compiere una riflessione inerente alla domanda posta da Padre Luca il primo giorno di GMG: ”Ma, per voi, la bellezza che cos’è?” All’interno della Sagrada Familia la bellezza che lascia senza fiato è data dal dettaglio, che contribuisce, nel suo essere infinitesimale, all’interezza disarmante della magnificenza della cattedrale.

Questa constatazione, così semplice, ha posto la base e preparato il terreno per il momento che più di tutti mi ha spalancato gli occhi e mi ha colpito nel profondo, la Veglia al Campo da Graça, un momento di Adorazione Eucaristica al quale hanno partecipato un milione e mezzo di ragazzi provenienti da tutto il mondo. 

Questa cifra, letta nero su bianco, di certo impressiona, come la fiumana di gente che potevamo osservare dalla nostra postazione, ma non fa forse trasalire di più pensare al singolo, al dettaglio che generava quell’enorme insieme?

Non fa sorridere di più soffermarsi su ciascun cuore, su ogni ginocchio premuto contro il suolo, su tutte le mani giunte, su ogni testa colma di preghiere e pensieri, non ci fa rendere maggiormente conto di cosa siamo come Comunità e come credenti? Non riusciamo a vedere più chiaramente il nostro posto nel mondo? 

Io, da quella notte e da questa GMG, da quel milione e mezzo di persone in adorazione, mi porto dentro la bellezza del singolo, che ogni sera si impegna a pregare da solo nella sua stanza, che va a Messa la domenica anche se con fatica, che continua a credere anche quando è tutto grigio attorno a lui.

Mi porto dentro il singolo che fa comunità, il singolo che contribuisce ad una Bellezza più grande, che brilla in ogni dettaglio, dal modo di pregare al modo di cantare a squarciagola per le strade di Lisbona; mi porto dentro un Dio che ci unisce tutti in ogni momento, anche adesso che siamo soli a leggere nel silenzio. 

 

Alessandra Corsini


 

L’esperienza della GMG è un’esperienza unica e, dopo averla vissuta, posso dire che ne vale la pena. A me è rimasta impressa la profondità di alcuni momenti: le Messe che abbiamo vissuto ad Óbidos, nello specifico, mi hanno sempre posta davanti a vari punti di domanda. Ascoltando le omelie dei Padri che ci accompagnavano ho sempre trovato un motivo, una domanda, un’affermazione che poi mi portavo dentro per tutto il corso della giornata.

Ciò che più mi ha colpito ad Óbidos è stato il lavoro a gruppi. Durante questo scambio, che si è svolto prima della Messa, ho trovato incredibile come si possano avere idee così differenti l’una dall’altra sulla Bellezza, e la condivisione che abbiamo avuto mi ha riempito il cuore di nuove riflessioni. Ho trovato questo lavoro fondamentale, anche per conoscere meglio le persone che avevamo accanto 24 ore su 24, è stato uno dei momenti che ho preferito.

In seguito un momento nello specifico mi ha meravigliato, e lo porterò con me per sempre: la Veglia. Non è stata minimamente come me l’aspettavo, credevo che essere in un luogo così lontano dal palco mi avrebbe impedito un po’ di vivere l’esperienza (compresa l’Adorazione) in maniera profonda. Sicuramente non eravamo nel posto migliore dal punto di vista della visione degli schermi, ma sono rimasta sorprendentemente colpita dalla forza e dalle sensazioni che ho provato quella sera: nonostante fossi lontana dal palco, nonostante il Santissimo non fosse davanti a me (come in una normale Adorazione) ho sentito di averlo lì, vicino, che mi faceva compagnia in quel momento così importante. Ho sentito tutto l’Amore che mi circondava e tutte le mie preoccupazioni cancellarsi per un istante. Forse mi è dispiaciuto un po’ che non tutti i ragazzi lì presenti delle altre nazioni abbiano vissuto questo momento come me, ma sono stata davvero felice perché i miei amici e compagni di viaggio erano lì, accanto a me per lo stesso motivo, e io, nella mia mente, speravo che il loro cuore si stesse riempiendo come il mio.

Della Messa con il Papa mi è rimasta impressa l’immagine del non vergognarsi di essere cristiani, e di condividere la fede che abbiamo, cosa che noi giovani, forse, temiamo di fare a volte. Molto spesso possiamo dimenticarci di quanto sia importante la nostra testimonianza del Suo Amore per noi.

Insomma, questa esperienza mi ha dato tanto, mi ha aiutata a rispondere a dei punti di domanda che mi portavo dentro da molto tempo, e mi ha dato la forza di affrontare tutte le mie difficoltà, sapendo che a fianco a me ho e avrò sempre Lui che mi guiderà e custodirà. La GMG ha cambiato il mio modo di vedere alcune cose, e mi ha dato la forza di tornare a casa con l’intenzione di fare del mio meglio sempre e comunque nella mia quotidianità.

 

Brillare, ascoltare e non temere.

Perché Lui è la luce che non tramonta, è la luce che brilla anche nella notte. 

Il nostro Dio illumina. Illumina il nostro sguardo, illumina il nostro cuore, illumina la nostra mente, illumina il nostro desiderio di fare qualcosa nella vita. 

Amare come Gesù: questo ci rende luminosi

State attenti agli egoismi mascherati da amore! 

Cari giovani, vorrei guardare negli occhi ciascuno di voi e dirvi: non temete, non abbiate paura. Di più, vi dico una cosa molto bella. Non sono più io, è Gesù stesso che vi guarda ora, vi guarda, Lui che vi conosce, conosce il cuore di ognuno di voi, conosce la vita di ognuno di voi, conosce le gioie, conosce le tristezze, i successi e i fallimenti, conosce il vostro cuore. E oggi Lui dice a voi, qui, a Lisbona, in questa Giornata Mondiale della Gioventù: “Non temete, non temete, coraggio, non abbiate paura!”. 

 

Santa Messa per la Giornata Mondiale della Gioventù. Omelia del Santo Padre, “Parque Tejo” (Lisbona), Festa della Trasfigurazione del Signore, Domenica, 6 agosto 2023

 

© Dialoghi Carmelitani, ANNO 24, NUMERO 3, Ottobre 2023