Il tempo ordinario e straordinario delle nostre giornate, tra sofferenza, gioia e… fede

(di Paola Zucca)

Oggi. Ieri già ci pensavo: il programma della giornata di oggi. Intenso.
Ieri sera prima di chiudere gli occhi, come ciascuno di voi, ringraziavo Dio del tempo, senza la certezza che l’oggi fosse come quello che avevo programmato. Di sera siamo tutti come il vecchio Simeone: lascia che il tuo servo vada in pace! Nel tempo donato che sta diventando il mio ieri, abbiamo visto le tracce dell’indispensabile Presenza di Gesù e apriamo il cuore alla pace. Di sera siamo tutti sul punto di chiudere gli occhi, per poche ore o per molto di più, in fondo non lo sappiamo…. Il domani non è garantito secondo i nostri programmi, ma che importa? Il domani è comunque certo, al sicuro fra le mani di Dio: consegniamo in mani potenti il nostro spirito e vogliamo rimanere col cuore sveglio accanto a Gesù. Per noi, come per il vecchio Simeone, l’attesa è finita. O meglio è finita l’inquietudine di un’attesa che rende affannosa la vita nel tempo.

Affanni: accidenti, ho fatto meno della metà delle cose che dovevo fare, sto crollando! E poi quelle che ho fatto potevano essere tanto meglio. Non solo, ho fatto cose che non hanno per niente rispettato il dono del tempo. Ho dimenticato, ho ferito, ho amato così poco, ho capito così poco! Beh, questo infinitesimo di tempo che ho trascorso, so che va comunque buttato, come goccia d’acqua, in un braciere ardente. Ce lo insegna Teresina che sapeva bene qual è lo sguardo di misericordia di Dio sul tempo. Lei ci ha provato: ad amare, a curare con intensità tutti i suoi più cari affetti, a non trascurare il minimo lavoro, ad accettare pure ogni goccia di sofferenza. Ma sapeva bene che alla fine di una giornata, nel silenzio del cuore che è costretto a cercare il cuore di Dio se vuole rimanere vivo, l’unica cosa sensata da fare per poter vivere l’istante o il giorno o la vita tutta, è arrendersi. E vedersi per quel nulla che siamo: mani vuote, giustizie imperfette, creature da poco tempo.

Il tempo ci ha inseguito come un cacciatore insegue il coniglietto spaventato che corre, corre, ma vedendosi perso, decide l’atto folle di piombare fra le braccia dell’inseguitore. Il tempo, si sa, a volte pare volerci uccidere. Non pare in troppe esistenze che sia clemente e generoso. Anche quando va tutto bene, si fa gustare, si fa piacere, ci regala pienezza e godimento, ma ci insinua l’inquietudine del suo essere finito.

Eppure è il padrone del tempo che ci insegue: ci voleva solo raggiungere, nel tempo, non uccidere! Voleva incrociare il nostro sguardo, essere ascoltato con gli occhi, vederci il cuore da vicino, vedere il nostro cuore cominciare a battere con fiducia per Lui solo. Il nostro nulla che urta l’abisso della misericordia, come dice Edith Stein. Se finalmente riusciamo a metterci fra le Sue braccia, Dio ci rassicura sul tempo: figlia mia, c’è tempo… stai tranquilla!
Come nel Vangelo: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre vi sono molte dimore.”

Già, c’è molto tempo! Molto spazio, molta vita, molte case di amici, molte persone amate, molte da amare, molti pranzi e molte cene. Il cuore turbato dal tempo si riposa nel tempo di Dio. Teresina programmava il domani di Dio. Morire a 24 anni e programmare il lavoro per l’eternità: passerò il mio Cielo a fare del bene sulla terra. Sapeva che il tempo non le mancava. Ha lavorato, ha amato, ha vissuto la sua fragilità, come tutti, ha goduto dell’amore dei suoi cari, ha sorriso, ha pianto, ma ha deciso di far tutto questo fra le braccia di Dio. Diceva: “ai Tuoi occhi il tempo è nulla”. Ha amato tanto ogni minimo istante di tempo e ne avrà infinitamente ringraziato il Buon Dio. Gli chiedeva che ogni istante di tempo piccolo e fragile, venisse intersecato dall’eterno, venisse sposato dal Suo sguardo d’amore e di misericordia. Il tempo, per noi piccoli, è un bel problema. È un grosso problema per tutti. E’ troppo se si soffre, è troppo poco se si gode. È pieno e bello se si ama e si riceve amore, è arido e freddo se non si riesce ad amare o se il nostro amore viene rifiutato. È bello se è pieno di compagnia per chi la ama, è pesante per chi è solo e costretto al silenzio. O viceversa. È ricco del gusto della preghiera per chi sente la presenza di Dio, nel silenzio o nelle faccende quotidiane. È vuoto per chi non sa pregare o prega nel buio di una fede che non sente nessuna presenza. Teresina dice che bisogna passare sotto ai problemi, specialmente se sono grossi. Bisogna passare sotto il tempo. Bisogna sottostare al tempo. Bisogna stare sotto le circostanze e farsene carico. Farsi piccoli, farsi passare sopra il tempo. E noi piccoli passarci sotto. Il tempo lasciarlo scorrere sopra. Finirà. Finirà il problema del tempo. In un batter d’occhio, ci ritroveremo di là dal tempo. Sì, il problema si risolverà in un attimo. Qualcuno prima di noi – come racconta S.Teresina in un episodio della sua infanzia – si è già infilato sotto il cavallo che sbarrava l’entrata in giardino: e saltellando ci prenderà per mano e ci dirà “Dai forza, andiamo a giocare!!!”.
Ma voi, non ce l’avete mai la voglia di giocare?

DALLA NOVENA A S. TERESINA
Celina racconta:

«Tutta scoraggiata, con il cuore grosso per una lotta che mi sembrava insormontabile, andai a dire a Teresa: “Questa volta è impossibile, non ce la faccio a superarla!”. “Non mi stupisce”, mi rispose. “Noi siamo troppo piccole per superare le difficoltà, dobbiamo passarci sotto”. Ella mi ricordò allora un episodio della nostra infanzia. Eccolo. Ci trovavamo presso dei vicini ad Alençon; un cavallo ci sbarrava l’entrata del giardino. Mentre i grandi cercavano un altro accesso, la nostra amichetta non trovò di meglio che passare sotto l’animale. Si infilò per prima e mi tese la mano, la seguii con Teresa e senza dover piegare troppo la nostra piccola persona raggiungemmo la meta. “Ecco che cosa si guadagna ad essere piccoli”, concluse. “Non ci sono ostacoli per i piccoli, si intrufolano dappertutto. Le grandi anime possono superare i problemi, raggirare le difficoltà, arrivare a mettersi al di sopra di tutto con il ragionamento e la virtù, ma noi che siamo piccolissime, dobbiamo guardarci bene dal provarci. Passiamo sotto! Passare sotto ai problemi significa non affrontarli troppo da vicino, non ragionarci troppo sopra”.»

Oggi allora sforziamoci di accettare nell’amore tutte le situazioni che non sono conformi a ciò che desideriamo o ci aspettiamo, per conservare sempre nel nostro intimo la pace e la gioia.

 

©Dialoghi Carmelitani, ANNO 17, NUMERO 2, Giugno 2016