CONFINI
Dialoghi Carmelitani, Settembre 2018
Sembrerebbe un concetto semplice, quello del confine, tanto che una sola linea potrebbe illustrarlo. In realtà, la sua reale densità emerge qualora si provi a definirlo. Sono complessi confini politici e geografici, culturali ed economici, quelli al centro del fenomeno odierno delle migrazioni, oppure quelli della sovranità che gli Stati membri “cedono” all’Europa. Inoltre, la radice di questo concetto si rivela più profonda là dove il riferimento sia l’umanità e il suo valore. Quanto conta infatti, soprattutto oggi, educare ed educarsi all’esistenza del limite, al suo legame con identità e relazioni? E quanto conta oggi, prima ancora, il senso del confine più prossimo, cioè del nostro corpo (segnato dalla fragilità e dal tempo), mentre la tecnologia non vorrebbe più ostacoli verso l’era del “post–umano”? Così, dall’insieme del discorso e dalle sue pieghe più profonde, emerge l’ultima questione, quella decisiva: è davvero un bene per l’uomo l’utopia dell’assoluta indipendenza? In realtà, proprio il confine originario dell’essere creatura non è triste sigillo dell’inganno della vita ma, viceversa, inizio del legame con l’Amore che non conosce fine.
GLI ARTICOLI DI QUESTO TEMA:
- CONFINI ED IDENTITÀ Conversazione con il prof. Paolo Gheda a cura di L. Sighel
- MIGRANTI, CONFINI E VANGELO: COSA DICE LA CHIESA? P. F. Silvestri ocd
- MIGRANTI: I DATI DEL FENOMENO IN ITALIA M. Gelmini
- (LA)MENTI DI FRONTIERA P. Fuoli
- TECNOLOGIE SENZA LIMITE. IL FUTURO DELLA NATURA UMANA? A. Musio
- EDUCARE: STARE SUL CONFINE L. Sighel