DOV’È LA TUA CERTEZZA?

Dialoghi Carmelitani, Febbraio 2021

In nessuna epoca, in nessuna esistenza umana è mai stato possibile possedere la completa certezza del domani quale automatica conseguenza delle scelte compiute. Ce lo testimoniano le domande e le riflessioni dei filosofi, o le pagine di scrittori e poeti che hanno raccontato l’inquietudine dell’uomo e la ricerca di senso; ma ancor più ce lo dice la vita stessa, la nostra, oggi più che mai. Ci troviamo in un contesto storico particolare, immersi in una condizione di prolungata emergenza, che sta provocando nelle persone una incapacità di immaginare il futuro, rendendole quasi immobilizzate in un presente che sospende la voglia di progettare e bloccate dalla paura  di non sapere cosa accadrà l’indomani. Ma quando mai, appunto, l’uomo ha avuto certezza dell’avvenire? Quando mai non si ha paura di compiere scelte importanti, definitive, di fare quel salto che fa tremare le gambe, anche quando è bello ed emozionante, come lo sposarsi, avere un figlio, impegnarsi per l’acquisto di una casa, avviare una propria attività? Per fortuna non ci è data la possibilità di controllare ogni cosa e, anche quando ci illudiamo di poterlo fare, arriva il momento in cui capiamo che il divenire della nostra vita (così come la sua origine) non ci appartiene davvero e non  tutto è nelle nostre mani. E quando lo comprendiamo, allora siamo pronti a domandarci cos’è che permette di vivere l’incertezza esistenziale senza timore, con lo slancio di saper rischiare con fiducia. Cos’è che ci fa scommettere con sicurezza che vale la pena correre il rischio di una scelta? Sono forse le statistiche, le previsioni economiche, le scoperte scientifiche? La storia, anche dentro avversità e sconvolgimenti ben peggiori di quelli presenti, ci ha più volte mostrato che non sono queste le certezze alla base del nostro agire, e che a muovere il meccanismo sono altri ingranaggi, più forti delle circostanze esterne, inscritti nella bontà stessa della vita, nel suo essere fatta per inseguire desideri di bene e di bellezza per noi e per gli altri. Forse allora basterebbe già solo assecondare questa naturale “programmazione”, ma c’è di più. Ciò che può dare senso e slancio al nostro agire anche in tempi di crisi, anche di fronte al dolore e alla perdita sta all’origine della nostra vita, che è vita amata, non solo dalle persone che tengono a noi, ma in modo unico ed irripetibile da Colui che ci ha creati. Recuperare questa certezza originaria è esattamente ciò che genera la speranza di un destino di bene e permette il coraggio e la forza di perseguire quel desiderio di felicità che portiamo nel cuore e che si realizza quando l’Amore che ci ha raggiunti viene rimesso in circolo e donato.

 

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