GUERRA E PACE
Dialoghi Carmelitani, Giugno 2022
Gli eventi che hanno travolto l’Ucraina e l’Europa stanno facendo sentire i loro effetti a livello globale. Il conflitto, che nell’intento di Putin sarebbe dovuto durare poche settimane, è ancora in corso e non vi sono all’orizzonte segnali che possano far ben sperare in una conclusione rapida. Certamente le conseguenze sul popolo ucraino e sull’Europa saranno di lunga durata e, ad oggi, non immaginabili e del tutto calcolabili. Insieme alla ferocia dei bombardamenti e delle stragi, che i media hanno documentato, e accanto all’immensa emergenza umanitaria, che ha coinvolto direttamente tutti i Paesi d’Europa, al centro della discussione e della riflessione di questi mesi è riecheggiato per il mondo il tema della guerra e della pace, del loro significato, della legittimità dell’una e delle condizioni imprescindibili dell’altra, dell’evitabilità o inevitabilità dello scontro armato e della irrinunciabilità di ristabilire la concordia o, per lo meno, uno stato di non belligeranza. Eppure nel mondo si combattono attualmente almeno altre 50 guerre, nel silenzio dei media; come a dire che l’esigenza della pace necessaria non è mai venuta meno e che il perdurare delle guerre con il loro carico di morte, di violenza e distruzione, continua a creare sciagure e drammi umanitari, i cui esiti, poi, lo sappiamo bene, giungono sulle nostre coste sotto forma di ondate periodiche di profughi e disperati in fuga. Dal 1946 mai è taciuto l’urlo della guerra. E nemmeno l’anelito di pace, di libertà e di democrazia dei popoli, a dire il vero. Anche se è stato spesso soffocato o strumentalizzato da vecchi e nuovi nazionalismi, da antiche rivalità e nuovi interessi. L’aggressione russa, e il conflitto che ne è scaturito, hanno riproposto immagini che pensavamo di aver dimenticato, anche se Beirut degli anni ‘80 e Sarajevo della metà degli anni ‘90 o Aleppo di pochi anni fa, in fondo, sono città che hanno raccontato la medesima storia: famiglie, donne, vecchi, bambini in fuga senza più niente, senza speranza e bisognosi di tutto. La crisi ucraina ha aperto nuovi scenari politici, tensioni economiche e la ricerca di nuovi equilibri, che scongiurino l’allargarsi del conflitto e perseguano nuove forme di sicurezza e garanzia politica, economica e anche militare. Alto è il dibattito circa il se e in che modalità possa esistere una guerra, se non giusta, accettabile e necessaria per difendersi da un sopruso. Altrettanto forte è la voce che invoca una pace assoluta, senza sconti, che faccia desistere dall’uso delle armi, anche solo come deterrenti, e si affidi ad altre e nuove forme di diplomazia e contrattazione o contrapposizione, come il sistema delle sanzioni. Nei contributi di questo approfondimento molti sono gli interrogativi e diverse le voci che tentano di offrire spunti e suggeriscono, da punti di vista diversi, una visione della crisi russo-ucraina, delle sue implicazioni, dei possibili scenari. Ma l’intento è di andare più in profondità ed aiutare ciascuno non tanto e non solo a riflettere sulle possibili scelte rispetto alle urgenze politiche che i fatti impongono, ma a penetrare nel profondo meccanismo che possa svelare e edificare la pace (e non, semplicemente, l’assenza della guerra), che indaghi quali siano il seme e la radice da far crescere per un futuro migliore delle atrocità e ingiustizie che stiamo vivendo.
GLI ARTICOLI DI QUESTO TEMA:
- BENEDETTO CHI DICE NO… E FA ALTRIMENTI. IL SOLO VOLTO DELLA GUERRA M. Tarquinio
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- L’ABISSO DEL CUORE UMANO. DAL MONDO ALL’IO A. Musio
- LA GUERRA SBAGLIATA E LE GRANDI SFIDE DELLA NOSTRA EPOCA Intervista a V. Emanuele Parsi a cura di M. Gelmini
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- LA RUSSIA DI OGGI…È LA RUSSIA DI SEMPRE! Intervista a don Stefano Caprio a cura di L. Sighel