INCONTRO O (IN)TOLLERANZA?
Dialoghi Carmelitani, Ottobre 2020
Voltaire, nel suo Trattato del 1763, indica la tolleranza come la risposta al problema radicale della convivenza, a come sia possibile stare insieme nella diversità, anche in presenza di un persistente disaccordo fra le persone. Eppure tollerare, sopportare, accettare e accogliere a malincuore, ammettere con indulgenza o consentire entro certi limiti opinioni e manifestazioni del pensiero non condivise, ma considerate inevitabili, non può essere l’orizzonte con cui andare incontro alla realtà. E soprattutto non può essere il modo più umano attraverso cui difendere la verità con chi non la riconosce o la distorce. Oggi sembra essere diventato più difficile affermare una convinzione, accogliere un’idea diversa, senza sentirsi subito giudicati, condannati, travisati. Cosa abbiamo perso di vista perché la violenza diventasse il criterio delle relazioni odierne, e l’opposizione ad una visione della realtà diventasse sopraffazione di colui che l’ha espressa? Solo il dialogo, la disponibilità all’incontro e all’ascolto possono custodire tutti i soggetti coinvolti, e nello stesso tempo avere a cuore il vero. Non cediamo alla facile via dell’imposizione, dell’aggressività verbale, della coercizione scambiandoli per zelo, ma ricordiamo come l’incontro, il mettersi nei panni dell’altro, sia l’unica strada per favorire una società dove le relazioni sono improntate al rispetto. Dio ci è venuto incontro, perfino nella carne, per dialogare con noi. A Dialoghi Carmelitani non poteva stare più a cuore questo tema, per ricordare quanto sia importante educarci al vero dialogo per un vero incontro.
GLI ARTICOLI DI QUESTO TEMA:
- LA TOLLERANZA RIUSCITA? L’INDIFFERENZA A. Musio
- L’ESPERIENZA DELL’INCONTRO AL CENTRO DELLA FEDE CRISTIANA M. Nasca
- EDUCARE ALLA CULTURA DELL’INCONTRO L. Sighel
- BLACK LIVES MATTER. Quello che conta nella protesta contro le discriminazioni razziali negli Stati Uniti M. Gelmini
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