
Tanti, tanti anni fa, in un tempo magico e incantato,
da tutti noi ormai dimenticato,
in una calda notte d’estate,
mentre tutte le creature erano appisolate,
si compì un evento davvero eccezionale
a cui è dovuto un ricordo speciale:
nel bel cielo blu profondo,
che avvolge come un manto tutto il mondo,
mamma Luna diede alla luce una piccola stellina
paffutella, luminosa e assai carina.
Papà Sole aveva una gioia incontenibile
e correva qua e là a velocità incredibile
gridando a stelle, satelliti e meteoriti:
«Venite, venite tutti e rimarrete stupiti!
Vi voglio mostrare un incantevole gioiello:
non ho mai visto niente di più bello!
È nata la mia piccola stellina, che meraviglia!
Sarà la gioia di tutta la famiglia!».
Udirono la notizia anche gli zii pianeti,
che attendevano il fiocco rosa emozionati ed inquieti,
e — chi l’avrebbe detto — perfino lo zio Plutone,
un tipo solitario e alquanto brontolone,
si mise in viaggio dalla sua orbita distante
per non perdersi l’evento strabiliante!
Vennero tutti ad ammirare il nuovo astro lucente,
che riposava tra la braccia della mamma dolcemente.
Poi, tra congratulazioni e lacrimucce di commozione,
ognuno fece ritorno alla sua celeste posizione.
Il tempo passava, e la nostra cara stella
cresceva luminosa e sempre più bella.
Papà Sole di giorno la avvolgeva col suo calore
e mamma Luna di notte la cullava con amore
ed era la gioia anche degli uomini laggiù,
che vedevano splendere in cielo una luce in più.
In verità, accanto alle sue cugine e alle sue sorelle,
quelle grandi, lucenti e millenarie stelle,
lei si sentiva davvero un puntino
e la loro vista riempiva di ammirazione il suo cuoricino.
Si chiedeva spesso come sarebbe diventata
e a quale costellazione sarebbe stata destinata…
Ma un giorno come gli altri, che sorpresa!
Accadde una cosa del tutto inattesa:
accanto alle cinque punte della stellina
spuntò una buffa e simpatica codina
che lasciava dietro di sé una scia luminosa
brillante come una gemma preziosa!
Era bella, sì, ma tra le stelle che amava guardare
non aveva visto niente che vi potesse assomigliare,
così cominciò a chiedersi, agitata e stupita,
se una strana malattia non l’avesse colpita…
Per non rimanere soffocata nei suoi pensieri,
che spesso quando sono tanto tristi non son per nulla veritieri,
e poiché di risposte non ne trovava nessuna,
in tutta fretta corse da papà Sole e mamma Luna.
Quando la videro arrivare con la sua scia splendente,
essi capirono tutto immediatamente,
e con parole dolci e cariche d’amore
cominciarono a rasserenare il suo tenero cuore:
«Non temere, questo non è il sintomo o la conseguenza
di una strana e sconosciuta influenza,
e non confrontarti con le altre stelle dell’universo
guardando il tuo aspetto ora così diverso.
Vedrai crescere questa coda luminosa
come il bel velo di un vestito da sposa.
Sarà per te un elegante ornamento
e per tutti il segno di un grande evento.
Sì, piccola, tu sei la Stella Cometa
che ogni creatura renderà presto lieta,
perché mostrerai col tuo percorso lucente
il luogo in cui l’Altissimo nascerà umilmente.
Tutta la tenerezza che ti ha accarezzata
da quando il Creatore a noi ti ha donata,
si sta trasformando nella luce e nel calore
di questa scia che riempie tutti di stupore:
è così che l’amore genera amore!
Ora tu rischiarerai la notte di tanti cuori
perché scoprano grazie a te il più prezioso dei tesori.
Come? Quando sentirai il respiro delicato
e il vagito innocente di un bambino appena nato,
capirai che è giunto per te il momento
di sprigionare il tuo splendore nel firmamento.
Ti fermerai sulla culla del Dio Bambino
e indicherai agli uomini il cammino».
Tutte queste parole si avverarono perfettamente.
La Cometa, ormai cresciuta, fu avvistata fino in Oriente,
e tre grandi sapienti, come la videro apparire,
sentirono nel cuore che era tempo di partire.
Questo fu l’inizio di una lunga avventura
e fu strano per la stella, così timida per natura,
essere il loro oggetto di studio e di osservazione
per andare ogni giorno nella giusta direzione.
Non capiva proprio come sua sorella, la Stella Polare,
si fosse potuta così facilmente abituare
a restare immobile sotto lo sguardo insistente
degli uomini del passato e del presente.
Lei aveva un carattere riservato
e la imbarazzava un po’ il suo nuovo stato,
ma voleva essere fedele alla sua missione
e ci mise tutto il suo impegno e la sua passione.
Di una cosa, infatti, era sicura:
lei era solo un faro nella notte oscura,
e non erano per lei quegli sguardi di ammirazione,
non stavano cercando lei tutte quelle brave persone.
La meta del viaggio intrapreso
era giungere ad adorare il Messia tanto atteso!
Così, senza parlare, la nostra cara stella
fu la prima a portare al mondo la Buona Novella,
e per la sua sincera umiltà e pronta fedeltà
sarebbe stata ricordata dagli uomini di ogni tempo e di ogni età.
Testo di Suor Maria Agnese del Cuore di Gesù – Illustrazioni di Cristina Pietta
©Dialoghi Carmelitani, ANNO 23, NUMERO 4, Dicembre 2022