L’accoglienza dei profughi ucraini presso il Villaggio dei Ragazzi di Ciocanari

Una piccola oasi di pace I primi arrivi

Ciocanari, 3 marzo 2022

Cari amici,

vi scrivo velocemente due righe sulla situazione dell’accoglienza dei profughi nel Villaggio dei ragazzi. 

Attualmente ospitiamo 22 persone, molti in transito verso i Paesi d’origine, tra i quali anche tanti arabi che studiavano o lavoravano in Ucraina. Le donne ucraine stanno cercando di raggiungere amici o parenti in Europa.  Noi mettiamo a disposizione 4 appartamenti e gli altri locali che utilizzavamo per il dopo-scuola, mentre siamo in attesa di letti in più da altre Associazioni. Possiamo accogliere le mamme con i bimbi: gli spazi sono adatti ed il luogo è bello.

So che siete in attesa di fotografie… E i nostri scatti potrebbero attestare la gratitudine e la riconoscenza di queste persone che si sorprendono di tanta accoglienza. Ma sinceramente non ho il coraggio di ritrarre i loro visi, l’angoscia che li attanaglia e gli sguardi persi nel vuoto, pensando a quanto sta succedendo ai loro cari nella loro bella terra di Ucraina. Oggi ho chiesto alle signore ucraine di preparare il pranzo per tutti e sono in cucina che lavorano. Io ho portato la figlia di una di loro che parla perfettamente romeno e ucraino in monastero, dai frati, perché possa fare da interprete a 13 persone che non parlano inglese. 

Il nostro Villaggio dei Ragazzi rimane una piccola oasi di pace: lo era per l’accoglienza degli orfani, negli anni vissuti fin qui, e lo è tuttora; lo è stato per tanti bimbi poveri che frequentavano il dopo-scuola e per quelli più sfortunati che non venivano inseriti a scuola. Lo è stato ancora durante i vari lockdown per il Covid, come un giardino verde che permetteva ancora la vita.

Ora, infine, è un rifugio accogliente e sicuro per chi sta fuggendo dal dramma dell’Ucraina. Per madri e bambini, per gli studenti marocchini che ieri hanno giocato a calcio nel nostro campetto, o a biliardo nell’ex ospedale da campo; per la famiglia egiziano – ucraina ci ha già invitato in Egitto e spera di poterci visitare in estate, etc.

Tutti si mobilitano a partire da Aurelian, presidente della Asociatia Mlădița (l’ente romeno a cui fa capo il nostro Villaggio dei Ragazzi), tutti gli amici del Mec, Adriana e la Curtea Culorilor, tutti gli amici e le Associazioni che ci conoscono, come pure i ragazzini scout che hanno soggiornato da noi questa estate e che verranno ad aiutarci nel week end.

Ieri, mercoledì delle ceneri, per la prima volta in vita mia non ho mangiato nulla: non lo dico per farvi sapere come sono brava, ma solo per dire che… non ne ho avuto il tempo! E questo mi ha fatto pensare a tutte le persone che durante la pandemia si sono davvero offerte per gli altri…

Ho pensato in un modo diverso a chi soffre, a tutti i nostri fratelli che cercano di sopravvivere, non solo quelli della guerra in Ucraina, che è così vicina, ma anche a tutti quelli di cui normalmente ci dimentichiamo. E ho pensato anche a tutti voi che avete sempre aiutato il Villaggio di Ciocanari: grazie di cuore!!!

Luisa Dallera

Accogliere i profughi: più che un dovere… un dono L’arrivo dall’Italia degli amici del Movimento

Ciocanari, 13 marzo 2022  

Dopo i due anni di pandemia che ci aveva impedito la frequentazione a Ciocanari, finalmente con Beppe, Laura, ed Angelo avevamo programmato di raggiungere Luisa e la comunità di Bucarest per aiutare nella routine quotidiana fatta di un aiuto spicciolo alle famiglie povere del paese. Personalmente ero carico di entusiasmo perché con Beppe ed Angelo dovevamo iniziare la potature dei meli. Quindi… “video su YouTube” per passare dalle competenze mediche alle competenze agricole.

Gli avvenimenti in Ucraina hanno sconvolto i nostri progetti. Pochi giorni prima di partire, la guerra in Ucraina, l’invasione della Russia ha stravolto la vita di milioni di famiglie obbligate a fuggire dalle proprie case.

Il dramma di migliaia di profughi che chiedevano aiuto sulla via di fuga per la Romania si stava proponendo in modo ineluttabile. La risposta immediata è arrivata quando Aurelian si è recato alla frontiere con l’Ucraina per capire la richiesta effettiva che andava oltre ogni previsione istituzionale e per organizzare la logistica per queste famiglie. La risposta immediata c’è stata da parte della Luisa e dei frati di Snagov nell’accogliere i profughi in un ambiente dignitoso e confortevole.

Dalla potatura prevista siamo passati all’accoglienza concreta fatta di allestimento di posti letto, di pulizia dei locali, trasporto degli ospiti per le varie commissioni burocratiche e di vita quotidiana fatta di cucina per 40/ 50 ospiti.

Siamo abituati dalla televisione a vedere profughi accampati in tendopoli, provati da viaggi estenuanti. Niente di tutto questo. Ci siamo visti arrivare nonne, mamme con bambini apparentemente normali, con la stanchezza di un viaggio durato alcuni giorni per percorrere la distanza di qualche centinaio di chilometri.

Ma… con i volti stravolti dalla disperazione di chi lascia un marito, un figlio, un papà tra le bombe a combattere e a difendere la propria libertà. Con la disperazione di chi sa che la propria casa potrà essere distrutta e saccheggiata.

Ci siamo visti arrivare mamme e nonne con le lacrime liberatorie di chi entra in un ambiente di amici sapendo che lascia una terra di ostilità dove rimangono i propri affetti. Come non commuoversi di fronte a famiglie che pur di mettere in protezione i bimbi affrontano giorni di viaggio in 9 su una macchina a 5 posti. Come non cercare soluzioni per ospitare, quasi sempre in tarda serata, queste famiglie con un giaciglio al caldo e sotto un tetto sicuro?

Nonostante la fatica, la consapevolezza di appartenere ad una storia che il Signore ci ha donato, ci fa ritmare la giornata con la preghiera comunitaria, con la domanda esplicita al Signore perché i nostri gesti siano carichi di tenerezza e di misericordia. La domanda al Signore viene ripagata immediatamente dalla condivisione delle nostre fatiche dalle donne che in cucina con Laura rendono l’ambiente e soprattutto i pasti internazionali.

Con difficoltà per la lingua o meglio, per le lingue: Italiano, Rumeno, Russo, Inglese, ed anche il linguaggio dei gesti, visto che sono stati ospiti un gruppo di sordo-muti, con fatica ma tenacemente ci scambiamo esperienze e notizie della loro terra. Non tutti si coinvolgono, ma, è così in ogni situazione, l’importante è non fermarsi alla pretesa o al giudizio ma, accettare ciò che c’è di buono in ognuno.

In questo momento ci arriva il messaggio di un ospite già arrivata in Polonia: “In Polonia mi trovo bene ma se dovessi fermarmi in Romania sceglierei senza dubbio la vostra comunità. Mi sono sentita in famiglia”.

La giornata ricomincia, i meli possono attendere, le persone hanno la priorità, il tempo ci è dato perché il Signore tramite i nostri gesti, manifesti la Sua tenerezza ed il Suo amore nonostante gli uomini cattivi offuscano la bellezza, la bontà che c’è in ciascuno di noi.

Gabriele, Laura, Luisa, Beppe, Angelo

Diario dal Villaggio dei Ragazzi Il racconto giorno per giorno

Giovedì  3 marzo – “Confine” _ Oggi i nostri sono andati a Galati, sul confine con il Mar Nero. Hanno visto decine di famiglie e persone con la disperazione negli occhi ed in attesa che qualcuno gli desse riparo. Galati dista circa 5 ore di auto da Ciocanari in Romania, sede del progetto Villaggio dei Ragazzi. Non ci sono solo le famiglie ucraine ad aspettare ma sono tanti i giovani nordafricani e mediorientali che hanno dovuto lasciare l’Ucraina. Molti erano operai, agricoltori e studenti. Ad oggi sono 4 le famiglie ucraine ospitate al Villaggio, 8 sono i bambini e 2 gli anziani. Abbiamo anche portato con noi 9 giovani studenti nordafricani e mediorientali fuggiti da Odessa a cui sono state date le prime cure e il sostegno necessario. Anche i padri carmelitani di Snagov, alle porte di Bucarest, stanno accogliendo famiglie inviate dalla Caritas.

Venerdì 4 marzo –  “Spostamenti” _ Gli autobus e i treni in questa emergenza sono mezzi più usati per spostarsi da una parte all’altra del paese. Avrete visto le fiumane di persone in attesa di prendere il treno verso una meta sicura. Le stazioni polacche e rumene sono usate come punto di accoglienza e smistamento di beni di prima necessità. Così nei giorni scorsi tanti sono stati i biglietti di bus e treni pagati dall’Associazione Mladita per mamme con bambini dirette verso la capitale rumena Bucarest. Qui per la maggior parte di loro c’era un riparo sicuro ad aspettarli. Ma non è così per tutti. Oggi è stato noleggiato un minibus da Mladita per portare altri 10 giovani studenti dalla frontiera ucraina verso il Villaggio a Ciocanari, dove troveranno accoglienza in questa prima fase in cui la guerra ha già fatto tante vittime e portato distruzione e paura.

Sabato 5 marzo – “Paura” _ Freddo, attesa e buio. Così si presenta il confine tra Ucraina e Romania quando sono arrivati i nostri. Scene che non avremmo mai voluto vedere, disperazione e paura. Bambini, anziani, donne. Si, perché gli uomini non possono lasciare il Paese. Devono rimanere a combattere una guerra assurda. Al Villaggio di Ciocanari, che dista circa 5 ore dal confine, ci siamo organizzati al meglio per dare ospitalità. Abbiamo sfruttato tutti gli spazi possibili per dare riparo alle famiglie e alle persone che non hanno una rete amicale a cui rivolgersi. Le Nazioni Unite stimano in milioni i profughi che cercheranno sostegno nelle prossime settimane.

Domenica 6 marzo – “Condivisione” _ Sono 25 le persone che arrivano dall’Ucraina al momento ospitate dal Villaggio di Ciocanari in Romania. Molti sono in transito verso i paesi d’origine, Nord Africa soprattutto. Erano in Ucraina per studiare o lavorare. Le donne ucraine invece stanno cercando di raggiungere amici o parenti. Con i 4 appartamenti e gli altri locali recuperati possiamo accogliere mamme con i bambini assicurando loro una sosta in sicurezza. Il clima è di condivisione tra persone impaurite e disperate. Ieri hanno cucinato le donne ucraine. Gli studenti marocchini hanno giocato nel campetto e la famiglia ucraino-egiziana ha invitato tutti in Egitto, quando la paura avrà fatto spazio alla serenità.

Lunedì 7 marzo – “Generosità” _ Serve tutto. Al confine con l’Ucraina le famiglie arrivano affamate, assetate e infreddolite. I Paesi confinanti stanno facendo il possibile per garantire a tutti i profughi cibo e vestiti. Anche dai Padri Carmelitani di Snagov c’è tanto da fare. Sono più di 20 le persone di varie nazionalità presenti e una ragazza ucraina, ospite del Villaggio, sta facendo da interprete per i tanti che arrivano. Nei prossimi giorni ci aspettiamo altri profughi ed altre famiglie. La generosità ci fa però ben sperare. La gente e diverse associazioni rumene stanno sostenendo l’Associazione Mladita con donazioni in viveri e materiali igienico sanitari fondamentali per l’accoglienza.

Martedì 8 marzo – “Donne” _ Le donne ucraine portano con sé disperazione e paura. Sole con i figli o i nipoti, lasciano i mariti o i figli più grandi con la speranza di poterli rivedere. Ma spesso, in cuor loro, sanno che non sarà così. Sono donne forti, hanno già passato momenti bui. Quando sono sole le vedi con lo sguardo spento, con gli occhi pieni di lacrime e il pensiero a ciò che le aspetterà. Quando invece sono con i bambini cercano di sdrammatizzare, di farli ridere, di farli giocare. Al Villaggio c’è aria di condivisione. Si mette insieme il poco che ognuno ha. Ad una settimana dall’arrivo della prima famiglia a Ciocanari abbiamo visto passare più di 100 persone: donne e bambini, giovani, anziani. Tutti in fuga da una guerra ingiusta, come tutte le guerre in giro per il mondo.

Mercoledì 9 marzo – “Gratitudine” _ Oggi siamo stati impegnati nell’accompagnare gli ospiti che avevano modo di lasciare il Villaggio di Ciocanari alla volta di altra destinazione sicura. Sono partiti i giovani per il Marocco, altri per la Germania ed Italia per raggiungere famiglie o amici. Abdelamin, Omar e Eddine sono 3 ragazzi che studiavano in Ucraina, ad Odessa, che abbiamo ospitato ed accompagnato a Bucarest da dove sono partiti. Con i volti ancora stanchi ed impauriti da ciò che sarà la loro vita in futuro, ci hanno detto “grazie dell’accoglienza, grazie di tutto”. Giriamo il loro “grazie” a voi che ci state sostenendo, aiutando e pensando!

Giovedì 10 marzo – “Ospitalità” _ Abbiamo cercato di creare degli spazi accoglienti e dignitosi. Le aule del doposcuola, parte della nostra cappella ed altri locali sono oggi camere con letti per le famiglie ucraine. E siamo molto felici di questo. Il Villaggio di Ciocanari oggi accoglie 30 persone, famiglie ucraine che scappano dalla guerra. Ultimamente sono molti gli abitanti della zona sudovest, Odessa, che sono arrivati in Romania. L’arrivo è sempre un momento difficile perché la paura prende il sopravvento, la lingua è diversa e la stanchezza e la disperazione sono enormi. Ma poco dopo la gente si rilassa e capisce che siamo qui per aiutarli. Alcuni vengono accompagnati in aeroporto, altri in stazione alla volta di Berlino, Dublino, Varsavia o Milano. Per chi resta cerchiamo di rendere l’accoglienza meno stressante. A noi basta il sorriso per capire che siamo facendo la cosa giusta.

Venerdì 11 marzo – “Freddo” _ È arrivata la neve al Villaggio di Ciocanari. Ma non è una brutta notizia. La brutta notizia è che nevica anche in molte parti dell’Ucraina e al confine con Polonia, Moldavia e Romania. Rendendo ancora più duro e difficile il percorso per le famiglie che scappano. Nevica e fa freddo nei luoghi in cui le famiglie ucraine arrivano dopo giorni di paura e sofferenza. Al confine non facciamo mancare coperte e indumenti, insieme a cibo e bevande calde.

Sabato 12 marzo – “Google Translate” _ Le lingue ucraina e rumena sono molto diverse tra loro. Questo certamente non aiuta nei momenti di difficoltà, momenti di smarrimento e paura all’arrivo, soprattutto alla frontiera. In questi giorni ci è stato molto d’aiuto Google traslate, il programma di traduzione istantanea, soprattutto quando Dorina non è in casa. Dorina è arrivata da 5 giorni dall’Ucraina ed ha deciso di rimanere con noi per aiutarci come interprete. Ieri sono arrivate due famiglie di sordomuti al Villaggio di Ciocanari. Arrivano dalla frontiera sud di Galati e sono originari di Odessa. Soprattutto in questo caso Google translate è stato fondamentale per farci comprendere e tranquillizzarle. Domani andranno a Bucarest ospitate da una famiglia di sordomuti.

Lunedì 14 marzo – “Disperazione” _ Ieri siamo andati alla stazione di Periș, importante snodo dell’esodo degli ucraini in Romania. Dista pochi chilometri dal Villaggio di Ciocanari. Ci ha accolto lo sconforto e la disperazione di una mamma, Anna, con i suoi due figli di 12 e 7 anni. Con un fragoroso pianto ed un inglese stentato ci raccontava del loro viaggio e ci mostrava le scene del bombardamento di Odessa, dove si trovano ancora molti dei suoi parenti. Sono arrivate da noi, dopo due giorni di viaggio in macchina, tre signore con due ragazzi. Sono disperate, impaurite, stanche ma felici. Non si capacitano di come siano riuscite a scappare da Kiev viste le terribili immagini che ci hanno mostrato. Intere zone completamente distrutte. Bratislava, Sofia, Varsavia sono le mete più scelte dalle donne ucraine per raggiungere familiari ed amici. Anche oggi quindi prenoteremo viaggi in bus e treno per chi riesce ad avere ospitalità altrove.